compagnia teatrale Stregatti porta in scena "L'uomo, la bestia, la virtù" di
Luigi Pirandello
L'Uomo, la Bestia e la Virtù di Luigi Pirandello
L'Uomo, Professor Paolino: Luca Bertolotti
La Bestia, Capitano Perella: Gian Franco Cereda
La Virtù, Signora Perella: Giusy Barone
Studenti: Federico Bocchio, Gianluca Ghnò
Nina, figlia legittima di 11 anni del Capitano Perella: Assunta Floris
Grazia, vecchia affezionata domestica di casa Perella: Daniela Faletti
Il Dottore e il suo gemello Farmacista Totò: Franco Gabriele
Rosaria, governante di Paolino: Daniela Faletti
Un marinaio: Federico Bocchio
Regia e adattamento: Gianluca Ghnò
Assistente alla regia: Alessio Cascone
Luci: Bruno Bocchio
Scene: PianetamArte snc
Costumi: Ezia Giustetti
Commedia scritta da Pirandello nel 1919, momenti di forte comicità e
autentica poesia si mescolano in questa favola allegorica, satira tragica e
atroce di una società che pratica la falsa onestà.
Paolino, rispettabile professore privato, è l'uomo della vicenda:
trasparente, come lo definisce l'autore, ma con una doppia vita, è infatti
l'amante della signora Perella, la virtù in persona, moglie trascurata e
infelice del Capitano di marina Perella, la bestia. In un susseguirsi di
scene non prive di suspense, emerge perfidamente la crudeltà comica
pirandelliana.
La commedia presenta la falsità e l'ipocrisia di una società bacata,
costretta a nascondere problemi e sentimenti dietro la spessa e rigida
copertura delle convenzioni sociali: tutto, al di fuori, deve risultare
limpido e chiaro, secondo i canoni del perbenismo, mentre dei sentimenti che
covano sotto la cenere niente deve trapelare all'esterno, la gente non deve
sapere.
Pirandello sembra voler porre il proprio teatro su di un duplice piano:
quella della commedia più indiavolata e quello della tragedia morale come
nelle favole, sempre crudeli e terribilmente crude.
Da questa doppia anima e forte dualismo la compagnia Stregatti basa la sua
messa in scena dove ogni personaggio e "quello" e il suo esatto contrario, l'uomo
e la bestia insieme, il comico e il tragico in continuo contrasto e antitesi
per poi rivelare la sua vera natura nella brutalità, unica verità che
accumuna tutti i personaggi.
Sensibile alla metafora tanto cara a Pirandello della fuga verso il mare
verso la libertà, la scena è composta da una finestra che guarda al mare, in
realtà sempre chiusa, infatti si può guardare attraverso, sentire il vento
che passa ma è impossibile affacciarsi o oltrepassarla.
Tutti personaggi sono imprigionati in questi interni casalinghi. Due
ambienti: la casa di Paolino e quella del Capitano Perella, sono due
ambienti differenti, ma in scena rimangono uguali perché sono una condizione
emotiva, un luogo dove nulla cambia e tutto rimane e deve rimanere uguale,
per la morale, ma anche perché intimamente i personaggi non sono capaci di
vivere per davvero una vita che a seconda delle circostanze cambia e produce
cambiamenti, gli ambienti i personaggi devono darsi sempre con le loro
maschere immobili, fisse, rassicuranti, false.