CORPO CELESTE DI ALICE ROHRWACHER
con i seguenti spettacoli:
- Venerdì 08-07-11
- Sabato 09-07-11
- Domenica 10-07-11
- Lunedì 11-07-11
alle ore 21.30.
Marta (Yile Vianello) ha tredici anni e, dopo dieci anni passati con la
famiglia in Svizzera, è tornata a vivere alla periferia di Reggio Calabria,
la città dov'è nata. È una bambina esile, attenta, con la grazia speciale di
chi sa osservare e ascoltare tutto del nuovo mondo in cui si trova,
lasciandosi completamente penetrare da quello che accade intorno. Reggio è
per lei caos, rumore, contraddizione, resti antichi accanto a palazzi ancora
in costruzione, vento, un mare che si intravede vicino e sembra impossibile
da raggiungere.
Inizia subito a frequentare il corso di preparazione alla cresima, l'età è
giusta, ed è anche un bel modo per farsi nuovi amici. Incontra così don
Mario, prete indaffarato e distante che amministra la chiesa come una
piccola azienda, e la catechista Santa, una signora un po' buffa che guiderà
i ragazzi verso la confermazione. Marta partecipa alle attività del
catechismo, impara a memoria le formule del libro e i balletti da velina,
canta la canzoncina "Mi sintonizzo con Dio". Ben presto, grazie anche Don
Lorenzo, un vecchio prete che le rivela che Gesù era un matto, capirà che la
strada della vita non sta altrove, ma attraverso il mondo. Arriverà
finalmente al mare, come Antoine Doinel ne I quattrocento colpi di Truffaut,
e sarà pronta per entrare nell'adolescenza con i sogni, le illusioni, le
speranze che costruiranno il suo futuro.
Corpo celeste, film d'esordio di Alice Rohrwacher (sorella della più
conosciuta attrice Alba), dopo la trionfale accoglienza di pubblico e
critica al Festival di Cannes 2011 nella Quinzaine des Realisateurs e dopo
la recentissima candidatura all'importante CineVision Award del Festival di
Monaco, si è aggiudicata uno dei premi più prestigiosi conferiti dal cinema
italiano: il Nastro d'argento per il miglior regista esordiente. A questo si
aggiunge anche il Premio Opera Prima Sergio Amidei, un riconoscimento che da
sempre valuta nuove proposte cinematografiche internazionali in cerca delle
giovani eccellenze in grado di portare nuova linfa e uno sguardo nuovo,
curioso, originale nei campi della regia e della sceneggiatura per il
cinema.
La critica e il mondo cinematografico italiano accolgono molto
favorevolmente questa giovane regista ventinovenne con uno stile coerente e
maturo, molto attento al realismo e alla realtà. Nonostante una trama molto
esile, la Rohrwacher immortala un pezzo di periferia italiana e una
spiritualità confusa, attraverso una regia che si fa strumento dello
spaesamento della nostra Italia berlusconiana. Macchina a mano, piani
stretti che cercano di cogliere la vita nelle sue infinite sfumature con
sguardo partecipe ma non giudicante, fermandosi sui volti dei personaggi
(molti dei quali non attori) e sugli spazi fatiscenti e osceni dove talvolta
si nasconde la vita pulsante: sono questi i tratti più evidenti di uno stile
che, giocando continuamente tra orizzontalità e verticalità, vuole esprimere
lo smarrimento e la crisi della spiritualità. Temi sui quali oggi si discute
quotidianamente, che il film d'esordio della Rohrwacher cerca di affrontare
con intensità quasi ossessiva, comprimendo l'ottica e focalizzandosi
esclusivamente sulle vicende di una piccola comunità ecclesiale.
Sceneggiatrice e regista, Alice Rohrwacher si è ispirata, a partire dal
titolo, alla raccolta di scritti Corpo celeste di Anna Maria Ortese. Si
tratta di memorie e lucide riflessioni che la Ortese conduce sul nostro
mondo, questo corpo celeste umile e straordinario, parte di un tutto più
vasto, "oggetto del sovramondo", eppure degradato, arrogante, estraneo,
interessato solo all'affermazione della fisicità, travolto dalla modernità
che ha abiurato la natura, i valori, la memoria, il pensiero. Una sorta di
testamento spirituale di enorme potenza evocativa e lirica di una delle più
grandi scrittrici del nostro Novecento, che non ha mai amato posare sotto i
riflettori del mondo culturale del suo tempo e ha vissuto per quasi tutta la
sua vita in solitudine, lontana dall'attenzione dei suoi contemporanei, come
in esilio, ed è oggi quasi dimenticata. Dalla distanza di chi vive straniato
dal mondo che l'accoglie, nel dolore dell'esclusione e dell'ingiustizia, la
Ortese non rinuncia a mostrare il suo amore per la natura grandiosa e la
speranza nell'intelligenza umana, riconoscendo di appartenere a una realtà
più vasta e inconoscibile e la necessità di riscoprire un respiro autentico
che restituisca l'uomo al cosmo.
Alice Rohrwacher recupera dalla Ortese la denuncia della solitudine e della
perdita del sacro in un mondo antropologicamente mutato, dove il consumismo
ha distrutto ogni autenticità e ha imposto nuovi valori basati sulla
fisicità e sugli slogan televisivi. Corpo celeste è un esordio promettente,
che non ha paura di affrontare grandi temi.
Cast artistico
Marta: Yile Vianello
Don Mario: Salvatore Cantalupo
Santa: Pasqualina Scuncia
Rita: Anita Caprioli
Don Lorenzo: Renato Carpentieri
Cast tecnico
Scritto e diretto da Alice Rohrwacher
Fotografia: Hélène Louvart
Produzione: Amka Films Productions, Jba Production, Tempesta; in
collaborazione con Rai Cinema, ARTE France, RTSI Televisione Svizzera, SRG
SSR idée suisse
Distribuzione: Cinecittà Luce