Lunedì 4 marzo si è svolta, presso la Ristorazione Sociale
di Alessandria e di fronte ad un pubblico numeroso, la prima giornata di Women, dialogo
partecipato tra femminile e maschile sul corpo della donna, con la
presentazione del libro di Cinzia Spriano,
nato dalla collaborazione con il centro Medea, che assiste le donne
vittime di violenza, e con l’intervento di Lorella Zanardo, scrittrice,
blogger e autrice del documentario “Il corpo delle donne”. Women, organizzato da Pianetamarte e dalla compagnia teatrale Stregatti, verte sul tema del dialogo e
sulla definizione di ciò che si intende
per rispetto e dignità in tutti i campi del sociale e del privato. In questa
ottica rientrano sia la violenza in senso stretto e materiale, sia ogni forma
di presentazione distorta dell’immagine femminile , che facilmente può
degenerare in disprezzo e mancanza di considerazione.
“Oltre il silenzio”, come illustra l’autrice Cinzia Spriano ,
è un libro che permette di conoscere il lavoro importantissimo del centro Medea
, che in questi anni ha accolto 470 casi di richiesta di aiuto, ed è un quadro
del problema dal punto di vista giuridico e sanitario, oltre che uno spaccato
della situazione nell’alessandrino. E’ una realtà enorme , frutto di una
società che ha indotto sia una parte maschile ad un comportamento deviato e
abietto, sia una parte femminile all’accettazione di ciò che ragionevolmente
dovrebbe essere fuggito con tutte le forze. “La comunità dei cittadini è il
soggetto, lo spazio sociale, che può e deve sviluppare gli anticorpi per
produrre un cambiamento culturale su cui poggiare le azioni dei progetti di
prevenzione e tutela”. Questa citazione da “Oltre il silenzio” è un’introduzione
naturale all’intervento successivo di Lorella Zanardo, conosciuta in campo internazionale per il suo
lavoro di scrittrice e documentarista oltre che di formatrice.
“Il corpo delle donne” è un documentario visto da oltre 5
milioni di persone on line, oltre che un libro, che illustra in modo icastico e
sorprendentemente veritiero l’immagine che i media più seguiti danno della
donna. Si tratta di una rappresentazione riduttiva, stereotipata, sminuente e
formata da immagini oggettivizzanti, dove la parte (facile intuire di quali
parti di parli) rappresenta il tutto e deumanizza l’individuo, privandolo di
personalità e carattere. Triste scoprire che le trasmissioni della nostra
televisione non corrispondono (come si sarebbe indotti a pensare) a quelle di
altri paesi e che, all’estero, questo tipo di Tv viene considerato segno di
arretratezza del nostro paese. Ciò che si vede ogni giorno alla Tv o affisso
sui muri influenza l’opinione pubblica ed è fortemente
diseducativo nei confronti delle nuove generazioni che si trovano prive di
esempi positivi. I modelli di donna proposti sono pochi e omologati ad una
legge dell’audience che si avvale di strumenti di misurazione scorretti e
ambigui che sarebbe doveroso modificare, monitorando oltre l’aspetto
quantitativo anche quello qualitativo, cioè non solo quanto viene visto un
programma, ma quanto viene gradito, aspetto per nulla scontato.
Solo una consapevolezza frutto di menti aperte e coscienti
di ciò che accade al di fuori del nostro paese e che può essere anche da noi
imitato, può consentire un cambiamento di abitudini non solo di pessimo
gusto, ma foriere di una mentalità malata e potenzialmente nociva ai
rapporti umani.
L’intervento illuminante di Lorella Zanardo si è chiuso con
delle precise indicazioni circa la denuncia via web della pubblicità non
rispettosa della dignità della donna allo IAP (Istituto di autodisciplina
pubblicitaria), organo al quale segnalare abusi e offese con i quali si
pubblicizzano i prodotti più disparati. Molti risultati si sono ottenuti e
molti si possono ottenere con un giusto grado di indignazione che induca a
rompere un costume sociale di accettazione in voga da troppo tempo.
Martedì 5 marzo sarà la volta della giornata dedicata alle
scuole e della rappresentazione, dopo una lezione aperta sulla figura di Lisistrata
come primo esempio di modello di lotta
non violenta, di “Donne disarmanti” della compagnia teatrale Stregatti, rilettura
del testo di Aristofane in quanto messaggio di autoconsapevolezza femminile e
archetipo di aggregazione tra donne per il raggiungimento di un fine più alto.
