"Anima nera" - Compagnia teatrale Stregatti e Soul Kitchen (blues duo) - recensione

Una donna nera che vive una tragica esistenza e, al contempo, diventa una voce storica del blues, tanto incisiva quanto drammatica. La messa in scena della vita di Billie Holiday è uno studio sorprendentemente intenso sulla sua identità violentata, repressa e provata da ogni sorta di bruttura.
Sul palco un cassettone i cui stipi, illustrati dalle foto celebri di Lady Day (suo soprannome nel periodo di gloria), rappresentano la memoria, le note e i momenti che scandiscono la sua vita. Alla loro apertura riemergono ricordi, sempre dolorosi, mai teneri o sereni, accompagnati da suoni e talvolta cacofonie musicali che sottolineano una sofferenza inaudita.
Giusy Barone e Laura Tartuferi sono entrambe la signora del blues. La prima vive l’esistenza di Billie dai primi anni di vita, passando attraverso l’infanzia di privazioni e percosse da parte di una zia e dei cugini, lo stupro all’età di dieci anni e poi la prostituzione e il carcere. Il suo immedesimarsi è totale e la sua voce muta con il trascorrere figurato degli anni e la sofferenza che si stratifica, nella consapevolezza dell’ingiustizia perenne  e non evitabile di una giovane nera nell’America della prima metà del secolo scorso. Laura Tartuferi, in abito lungo e nero, con perle al collo, rappresenta l’alter ego della cantante, la Lady D. famosa e vissuta che ricorda e dialoga con la giovane sfortunata che sembra uscire dalla sua mente. La loro sincronia è perfetta sia nel vivere ciò che ci appare di una verità devastante, sia nel modulare la voce nelle canzoni che emergono in tutta la loro bellezza. Lo stesso timbro vocale di Billie Holiday viene riproposto da Laura Tartuferi con la particolarità e le cadenze che hanno reso famosa la cantante, che più di ogni altra ha trasmesso l’anima sofferta del blues e la sua radice nera e povera.
Dunque un lavoro giocato sull’interazione continua, sullo studio dell’identità e dell’intimità più profonda e un gioco di voci complementari che si potenziano e disegnano un mondo interiore e un desiderio di riscatto.
Forte il valore simbolico degli abiti. Una camicina azzurra è l’infanzia violata, un abito in seta rosa con scarpe con tacco, la prostituzione. La gardenia bianca, firma della cantante ormai famosa, l’affermazione, la speranza di nuova vita.
L’apice della drammaticità si raggiunge proprio al momento della fama, quando al canto si sovrappone l’impossibilità di oblio del passato. Il proposito di “affinare l’arte al servizio di un mito” , cancellando le esperienze precedenti, genera disagio e alienazione. Le due anime della cantante coesistono e lottano, generando disperazione sotto la parvenza candida della gardenia  che, pur simbolo di rinascita, non può dileguare trascorsi di tale gravità.
Il ritmo dello spettacolo è travolgente e l’atmosfera creata è di coinvolgimento totale e di ascolto incondizionato. Le voci passano dalla recitazione al canto senza alcuna esitazione e sono entrambe splendide nella loro complementarietà, evidenziate dalla musica di Gege Picollo che suona la chitarra, la tromba, la melodica (una tastiera a fiato) e crea effetti sonori che accompagnano l’apertura dei cassetti che corrispondono a scrigni mnemonici.
Le scelte di regia di Gianluca Ghnò sono tutte volte alla resa icastica della verità. Non c’è narrazione con accompagnamento musicale, ma vita che emerge dal profondo della mente e trafigge con la sua bruttura. Le canzoni non sono un complemento, né una parte di qualcosa, ma espressione drammatica, come la gestualità che ricrea episodi violenti di stupro o di ricatto sessuale (come quello di una guardiana del carcere).
Uno spettacolo di forte impatto, sorprendente, recitato e cantato con rara bravura, convincente dal primo all’ultimo istante.
Questa la prima di “Anima nera”, presentata dalla compagnia teatrale Stregatti e dal duo blues Soul Kitchen, lunedì 1^ luglio presso il teatro San Francesco di Alessandria, per un pubblico di addetti ai lavori.  Lo spettacolo sarà messo in scena nella prossima stagione del San Francesco, curata da PianetamARTE e dagli Stregatti, che vedrà una rassegna di teatro contaminato dalla musica e dalle arti visive.
Uno spettacolo di così alto livello è una promessa ambiziosa che merita un seguito di pubblico attento e di qualità.
Nicoletta Cavanna


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