“Bacco e Boccaccio” - 27 luglio - Cittadella di Alessandria - Recensione

Tanti sono i tipi di vino quanti i caratteri delle donne. Tre attrici nella cornice di un bastione della Cittadella di Alessandria, vestite con abiti lunghi e impalpabili, scalze mentre innalzano una coppa di vino, leggono e commentano, con brani musicali mirati, novelle del Boccaccio. Protagoniste le donne: oneste, scaltre, perfide e incuranti dell’amore altrui, oppure sagge e astute. Difficile calarsi oggi nel contesto dell’onestà richiesta ad una donna nel ‘300, ma godibile lo spirito salace e dissacrante con cui, affrancandosi dal superato amor cortese, l’autore del Decameron si affaccia all’universo femminile che appare in una nuova e varia luce. Silvia Bottini e Susanna Gozzetti leggono le novelle precedute dalla rubrica, il compendio- introduzione al tema trattato, e Maria Pierantoni Giua ne fa un commento musicale irresistibile, aggiungendo all’interpretazione una sottolineatura continua, con gesti e sguardi esilaranti, alle vicende narrate.

Le tipologie femminili sono molte e alcune si delineano nel loro crescere e definirsi. Così Alatiel, da fanciulla ingenua destinata alle nozze con il re del Garbo, diventa donna navigata ed amante del piacere, tanto abile da riuscire a simulare un candore ormai perso da tempo e da raccontare le sue vicende in modo edulcorato e moralmente accettabile. La recitazione è estremamente ilare, ricca di sottintesi e di pause che lasciano subodorare significati altri. Le donne sono anche accorte e capaci di evitare le situazioni inopportune, oltre che a porvi rimedio, sono oggetto di amore che reclama possesso e non consente rifiuto o sono timide ma decise nel farsi notare dall’uomo scelto. In questo universo letterario non esiste la possibilità dell’amore non ricambiato, lo stesso sdegno nei confronti di un amore sincero e onesto diventa peccato e ne è il simbolo l’anima dannata della fanciulla incontrata da Nastagio degli Onesti, condannata ad essere per sempre cacciata e uccisa dall’uomo suicidatosi per il suo rifiuto. L’amore è gioco ed è goduto in tal senso anche da parte femminile, ma è anche un sentimento assoluto cui sacrificare tutto e cui non è possibile non rispondere, in una fatalità che delinea una morale soprannaturale.

Infine la sfida di astuzia tra uomini e donne, con la novella di Lodovico e madonna Beatrice e quella di Gulfardo, rimane senza vincitori e offre spunti recitativi ironici che vengono sfruttati in un’alternanza di letture e canzoni laddove ad una citazione boccaccesca segue un testo musicale che pare consequenziale e integrato. La dichiarazione d’amore di Lodovico a Madonna Beatrice lascia il passo alle parole cantate “ho sentito la mia vita domandare la tua carne…”, che si inseriscono perfettamente, pur moderne, nell’eterna necessità passionale.

Brave le protagoniste, belle le canzoni e originale il taglio registico che, con coraggio, ripropone un classico non facile in una veste affascinante e in una sequenza ben orchestrata.

Un altro appuntamento di notevole qualità nell'ambito della rassegna "L'altro Monferrato" curata da AgriTeatro, che proseguirà sino al 10 agosto e vedrà la replica di "Bacco e Boccaccio"
venerdì 16 agosto a Tagliolo Monferrato.

Nicoletta Cavanna











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