“Marcello Mastroianni. Il Divo gentile” (Gremese ed., 2024), è scritto dalla giornalista e critica cinematografica Barbara Rossi in occasione dei cento anni della nascita dell’attore italiano più conosciuto al mondo.
Barbara Rossi sarà a Novi Ligure mercoledì 30 ottobre alle ore 18 per presentare il suolibro nella sala conferenze della Biblioteca Civica di via Marconi 66.
«Non vorrei apparire snob, ma apprezzo molto il termine che usano i francesi: per dire “recitare” loro dicono “jouer” che in italiano sarebbe “giocare”. Questo è un mestiere meraviglioso: ti pagano per giocare». Così asseriva, parlando del suo rapporto con il mezzo cinematografico, Marcello Mastroianni, “il divo gentile”, come viene raccontato da Barbara Rossi nel volume, edito da Gremese e ora in libreria.
Tra sogno e realtà, tra arte della recitazione come gioco, veicolo verso nuovi mondi fantastici o illusori (da cui deriva la lunghissima collaborazione con Federico Fellini) e - al contrario - come fascino del reale percepito in tutta la sua grottesca crudezza (i film per la regia di Marco Ferreri), Mastroianni ha incarnato nel cinema italiano e internazionale una nuova figura di divo, seduttivo ma insicuro, persino fragile. La signorilità e la raffinatezza dei modi, accompagnati da una spesso feroce autoironia e da un acuto senso dei propri limiti, hanno fatto di Mastroianni una figura d’attore senza paragoni e senz’altro concorrente rispetto ai modelli a lui coevi.
Scritta in occasione del centenario della sua nascita, la biografia
ripercorre l’esistenza e la carriera artistica di Marcello Mastroianni con lo
sguardo attento del critico ma anche con l’amorevole attenzione di chi vive un
meraviglioso viaggio fra tempi, stagioni cinematografiche, affetti e amori
diversi ma pur sempre esaltanti. Tra gli attori più conosciuti al mondo,
Mastroianni ha interpretato oltre 140 film dei generi più diversi: dalla
commedia sentimentale al dramma, dalla satira di costume al film storico, dal
thriller al grottesco. Consacrato internazionalmente da La dolce
vita (1960) e 81/2 (1963) di Federico Fellini – sorta
di suo alter ego cinematografico –, nel corso di cinque decenni Mastroianni ha
dato prova di un talento poliedrico che accende la recitazione di sfumature e
sottotoni. Lo testimoniano film amati e celebrati come Il bell’Antonio (Bolognini,
1960), Matrimonio all’italiana (De Sica, 1964), Dramma
della gelosia (Scola, 1970), La grande abbuffata (Ferreri,
1973), Una giornata particolare (Scola, 1977), La
città delle donne (Fellini, 1980), Ginger e Fred (Fellini,
1985), Il volo (Anghelopulos, 1986), Oci ciornie (Michalkov,
1987), Il passo sospeso della cicogna (Anghelopulos,
1991), Sostiene Pereira (Faenza, 1995), fino all’ultima,
struggente interpretazione teatrale di Le ultime lune (1996),
suo definitivo congedo artistico. Con l’idea che la memoria - come
ricordava lo stesso Mastroianni in Viaggio all'inizio del mondo di
Manoel de Oliveira (1997), sua ultima apparizione sul grande schermo - alla
fine è ciò che dà senso sia al vivere che al recitare; e che a scandire il
tempo è sempre, come cantava Rabagliati nella memoria di Marcello ormai
anziano, “l'orologio del cuor”.