Con calma.. senza alcuna fretta .. andiamo avanti con il dizionario…proseguiamo con la lettera
L
linùsa (agg.). di lino. Usata nell'espr. farén-na 'd linùsa = linseme, farina di lino per empiastri.
lión (s. m.). leone. # fòrt cmé 'n lión.
lìri (s. m. [dal franc. lys]). giglio, bianco fiore odoroso.
lisändrén (agg e s. m.). nativo di Alessandria.
Lisändria (n. pr. f.). Alessandria.
lìsca1 (s. f.).sala, erba che, seccata, serve ad impagliare le seggiole.
lìsca2 (s. f.). lisca di pesce.
liscacadréghi (s. m.). impagliasedia, colui che per professione impaglia le seggiole.
listé (s. m.). regolo, panconcello, asse sottile e stretta di legno, lunga, riquadrata, diritta e di sufficiente grossezza perchÈ si mantenga inflessibile; con esse il muratore regola ogni suo lavoro retilineo.
listén (s. m.). cuoricino, pezzuolo di tela tagliato per lo più a foggia di cuore e cucito per fortezza internamente all'angolo dello sparato del petto. Negli sparati di fondo, al cuoricino usasi sostituire un gheroncino, ossia un quaderlettino ripiegato diagonalmente in forma di triangolo, che allora vien chiamato gaidén.
lìvid (agg.). livido.
livión (s. m.). tasso barbasso.
liz (agg.). liso, stato d'un tessuto che mostra una difettosa trasparenza prodotta da logoramento, quasi fosse una ragnatela. Dicesi perciò che quel tessuto ragna.
ló (s. m.). luogo. * Dim. logòt.
lòbia (s. f.). loggia, balcone. * accr. lobiòn (s. m.). piccionaia, loggione, ultimo piano sopra i palchetti in teatro.
[piè an su] lobiòt (espr. idiom.). cogliere sul fatto, in flagrante.
lòfa (s. f.). licopedio, detto volgarmente vescia, e per letterale traduzione vescia o loffa di lupo; è una crittogama fatta a palla, di polpa bianca, compatta, omogenea, che nella maturità si converte in polviglio bruno. Immaturo è mangiato da alcuni. * volg. anche di fiato rumoroso che esce dalle parti di sotto.
lòfi (agg.). moscio. * Fig. di persona senza scatto né personalità.
lògia1 (s.f.) scrofa.
lògia2 (s.f.) contrabbasso, ma anche mèzavàca = mezzavacca a causa del profilo dello strumento.
lóng (agg.). lungo.
lòn-na (s. f.). lana. * Fig. bóna lòn-na = buonalana,uomo di poca moralità.
lorgnè (v. tr. e intr.[dal franc. lorgner, o forse più prob. dal sost. lorgnette]). sbirciare, guardar con l'occhialino.
lorgnétti (s. f. pl.[dal franc. lorgnette]). occhialino.
lósna-lózna (s. f.). lampo, baleno, quel momentaneo apparire della luce prodotta dal fluido elettrico.
lotón - lutón (s. m.). ottone.
lotonè (s. m.). ottonaio, colui che lavora in ottone.
lú (pron. pers. di 2a pers. masch. sing.). egli, lui.
lùa (s. f.). fogna, chiavica, condotto sotterraneo murato, solito farsi sotto il pavimento delle corti e delle principali via della città, per menar fuori le acque piovane in gora aperta, o in un vicino fiume.
lùc (agg.[dallo spagn. loco]).sbalordito, stupido; matto. # fè da lùc = far lo gnorri; fè u lùc = fare il matto.
lucàl (agg. e s.m.). locale.
lucandén-na (s.f.) locandina, manifesto con programma di spettacoli.
luchéira (s. f.). mattana, pazzia. # l'età d'rà luchéira = l'adoloscenza, come poco capace di autocontrollo.
lúdria (s. f.). lontra, animale mammifero, carnivoro, più grosso d'un gatto, che vive di pesci. * Fig. lercio. # spòrc cmé 'na lúdria.
ludsän (agg. poi sost.). lodigiano, e definisce un tipo di cacio.
lughè (v. tr.). allogare, dar luogo; mettere al riparo. * Trasl. ricoverare all'ospedale psichiatrico.
lúm (s. m.). lume. # lúm a óri, a petròliu, a 'cetiléne ecc = lucerna a olio, a petrolio, a acetilene ecc.* Il dim lümén = pupilla, il nero dell'occhio.
lümè (v. tr.). adocchiare.
luntòn (agg. e avv.). lontano.
lùrda (s. f. [dal franc. lourd = pesante?]). schiaffone.
lurgnón (agg. spesso sost. [da lorgnè prec.]). sornione.
lüsaró (s. f.). abbaino, apertura a modo di finestra, sopra il tetto, per passare su di esso e per dar qualche lume al soppalco.
lüsént-lüzént (p. pres di lüsi [lüzi] usato come agg.). lucente, luccicante
lùzèrna (s.f.) lucerna
lüsi-lüzi (v. intr.). luccicare.
lúss (s. m.). luccio, pesce fluviale fornito di denti. * Dim. lüssòt = piccolo luccio.
lúster1 (agg.). lucido.
lúster2 (s. m.). vernice da lustrare scarpe e stivali.
lúster3 (s. m.[dal franc. lustre]). lumiera a più lumi.
lustrassóri (s. m.). mazza da lisciare, bastone cilindrico di bossolo, di corno o anche di ferro, lungo circa due palmi, e serve a lisciare la superficie del cuoio delle scarpe, col fregarlo fortemente facendo forza con ambedue le mani applicate alle due estremità della mazza.
lústrè (v. tr.). lucidare.
lùv (s. m.). lupo. # scùr cmé 'n bùca au lùv = scuro e spaventoso.
lüzèrta (s. f.). lucertola.
Dialët Lissandrén – Premessa di Piero "Pidrén" Archenti: clicca qui – chi volesse il file word di 63 pagine lo richieda: blogalessandria(chiocciola)tiscali.it
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L
linùsa (agg.). di lino. Usata nell'espr. farén-na 'd linùsa = linseme, farina di lino per empiastri.
lión (s. m.). leone. # fòrt cmé 'n lión.
lìri (s. m. [dal franc. lys]). giglio, bianco fiore odoroso.
lisändrén (agg e s. m.). nativo di Alessandria.
Lisändria (n. pr. f.). Alessandria.
lìsca1 (s. f.).sala, erba che, seccata, serve ad impagliare le seggiole.
lìsca2 (s. f.). lisca di pesce.
liscacadréghi (s. m.). impagliasedia, colui che per professione impaglia le seggiole.
listé (s. m.). regolo, panconcello, asse sottile e stretta di legno, lunga, riquadrata, diritta e di sufficiente grossezza perchÈ si mantenga inflessibile; con esse il muratore regola ogni suo lavoro retilineo.
listén (s. m.). cuoricino, pezzuolo di tela tagliato per lo più a foggia di cuore e cucito per fortezza internamente all'angolo dello sparato del petto. Negli sparati di fondo, al cuoricino usasi sostituire un gheroncino, ossia un quaderlettino ripiegato diagonalmente in forma di triangolo, che allora vien chiamato gaidén.
lìvid (agg.). livido.
livión (s. m.). tasso barbasso.
liz (agg.). liso, stato d'un tessuto che mostra una difettosa trasparenza prodotta da logoramento, quasi fosse una ragnatela. Dicesi perciò che quel tessuto ragna.
ló (s. m.). luogo. * Dim. logòt.
lòbia (s. f.). loggia, balcone. * accr. lobiòn (s. m.). piccionaia, loggione, ultimo piano sopra i palchetti in teatro.
[piè an su] lobiòt (espr. idiom.). cogliere sul fatto, in flagrante.
lòfa (s. f.). licopedio, detto volgarmente vescia, e per letterale traduzione vescia o loffa di lupo; è una crittogama fatta a palla, di polpa bianca, compatta, omogenea, che nella maturità si converte in polviglio bruno. Immaturo è mangiato da alcuni. * volg. anche di fiato rumoroso che esce dalle parti di sotto.
lòfi (agg.). moscio. * Fig. di persona senza scatto né personalità.
lògia1 (s.f.) scrofa.
lògia2 (s.f.) contrabbasso, ma anche mèzavàca = mezzavacca a causa del profilo dello strumento.
lóng (agg.). lungo.
lòn-na (s. f.). lana. * Fig. bóna lòn-na = buonalana,uomo di poca moralità.
lorgnè (v. tr. e intr.[dal franc. lorgner, o forse più prob. dal sost. lorgnette]). sbirciare, guardar con l'occhialino.
lorgnétti (s. f. pl.[dal franc. lorgnette]). occhialino.
lósna-lózna (s. f.). lampo, baleno, quel momentaneo apparire della luce prodotta dal fluido elettrico.
lotón - lutón (s. m.). ottone.
lotonè (s. m.). ottonaio, colui che lavora in ottone.
lú (pron. pers. di 2a pers. masch. sing.). egli, lui.
lùa (s. f.). fogna, chiavica, condotto sotterraneo murato, solito farsi sotto il pavimento delle corti e delle principali via della città, per menar fuori le acque piovane in gora aperta, o in un vicino fiume.
lùc (agg.[dallo spagn. loco]).sbalordito, stupido; matto. # fè da lùc = far lo gnorri; fè u lùc = fare il matto.
lucàl (agg. e s.m.). locale.
lucandén-na (s.f.) locandina, manifesto con programma di spettacoli.
luchéira (s. f.). mattana, pazzia. # l'età d'rà luchéira = l'adoloscenza, come poco capace di autocontrollo.
lúdria (s. f.). lontra, animale mammifero, carnivoro, più grosso d'un gatto, che vive di pesci. * Fig. lercio. # spòrc cmé 'na lúdria.
ludsän (agg. poi sost.). lodigiano, e definisce un tipo di cacio.
lughè (v. tr.). allogare, dar luogo; mettere al riparo. * Trasl. ricoverare all'ospedale psichiatrico.
lúm (s. m.). lume. # lúm a óri, a petròliu, a 'cetiléne ecc = lucerna a olio, a petrolio, a acetilene ecc.* Il dim lümén = pupilla, il nero dell'occhio.
lümè (v. tr.). adocchiare.
luntòn (agg. e avv.). lontano.
lùrda (s. f. [dal franc. lourd = pesante?]). schiaffone.
lurgnón (agg. spesso sost. [da lorgnè prec.]). sornione.
lüsaró (s. f.). abbaino, apertura a modo di finestra, sopra il tetto, per passare su di esso e per dar qualche lume al soppalco.
lüsént-lüzént (p. pres di lüsi [lüzi] usato come agg.). lucente, luccicante
lùzèrna (s.f.) lucerna
lüsi-lüzi (v. intr.). luccicare.
lúss (s. m.). luccio, pesce fluviale fornito di denti. * Dim. lüssòt = piccolo luccio.
lúster1 (agg.). lucido.
lúster2 (s. m.). vernice da lustrare scarpe e stivali.
lúster3 (s. m.[dal franc. lustre]). lumiera a più lumi.
lustrassóri (s. m.). mazza da lisciare, bastone cilindrico di bossolo, di corno o anche di ferro, lungo circa due palmi, e serve a lisciare la superficie del cuoio delle scarpe, col fregarlo fortemente facendo forza con ambedue le mani applicate alle due estremità della mazza.
lústrè (v. tr.). lucidare.
lùv (s. m.). lupo. # scùr cmé 'n bùca au lùv = scuro e spaventoso.
lüzèrta (s. f.). lucertola.
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