Silvia Nobili vince la settima edizione dello Zonta Short Festival di Alessandria: in preparazione nuovi eventi autunnali per promuovere il cinema al femminile

 


 

 Zonta Short Festival, lo sguardo femminile sul quotidiano

 

Lanciato 14 anni fa come concorso nazionale per cortometraggi a regia femminile da Zonta Club Alessandria, Zonta Short Festival è oggi noto e riconosciuto in tutta Italia. Le case di produzione aprono i loro portfoli  e candidano quante più opere possibili per aggiudicarsi uno dei tre premi in palio. Le stesse case di produzione richiedono l’assegnazione del  “laurel”, l’alloro per i corti premiati, per le menzioni e per le segnalazioni della Giuria. Il “laurel 2024” segna un prima e un dopo dello Zonta Short Festival e la soddisfazione non è solo di Zonta Club Alessandria ma di tutta la città che aspira ad essere riconosciuta come “città del cinema”.

Zonta Club Alessandria è l’unico club al mondo  ha promuovere in autonomia un concorso nazionale nella 7a arte.

Zonta Club Alessandria investe sul lavoro delle donne nel mondo del cinema: vengono assegnati tre premi in denaro per il miglior cortometraggio, la miglior regia e la miglior scenaggiatura per un totale di circa 3 mila euro. Una menzione speciale è assegnata ogni anno in ricordo del prof. Gianni Giavotto, già membro della giuria, autore del laboratorio Officinema dell’IIS Saluzzo di Alessandria.  Una seconda menzione è assegnata in ricordo di Simone Ovart, già Governor del Distretto 30 di Zonta International.

 

Zonta Short Festival è il momento conclusivo durante il quale la giuria indipendente assegna i riconoscimento del Premio “Corto di Donna”.  La giuria presieduta da Barbara Rossi, media e film educator, presidente della FIC, Federazione Italiana Cineforum con cui propone corsi di critica cinematografica, presidente dell’Associazione di cultura cinematografica e umanistica “La Voce della Luna” di Alessandria, ha alcuni elementi fissi come Franco Carciofalo e Benedetta Pallavidino, e altri che si uniscono per ampliare il confronto. E così che nell’ultima edizione la giuria ha accolto l’attrice e regista di origini alessandrine, Pilar Fogliati, la cardiologa Delia Brunello di Cuori, la straordinaria Emma di “Ad un passo dal cielo”. Da due edizioni la giurata che ha il ruolo di assicurare al concorso il rispetto delle tematiche care a Zonta quali l’autostima, la libertà di scelta o la prevenzione della violenza sulle donne,  è Ivana Sarotto, biologa presso l’IRCC di Candiolo, Governor del Distretto 30 di Zonta International, prima di lei la past President di Zonta International, Susanne von Bassevitz, esperta di comunicazione di Dusseldorf,  e prima ancora la past Governor del Distretto 30, giornalista economica della Tv svizzera, Luisella Realini.

 

Le opere in concorso, per la maggior parte delle quali, realizzate da giovanissime registe, sono tutte di altissima qualità e affrontano temi di grande attualità. Si realizza così uno degli obiettivi del Concorso: l’edutainment, fare “educazione” attraverso supporti visivi immediati nei loro contenuti nel comunicare valori, realtà con le quali confrontarsi nel quotidiano. L’altro obiettivo è quello della valorizzazione del lavoro delle donne nella settima arte: sono ancora poche le registe e le sceneggiatrici riconosciute per la loro arte, e quindi in grado di reperire i finanziamenti necessari per la produzione delle loro opere. Con i premi in denaro e i riconoscimenti assegnati Zonta Club Alessandria contribuisce a far emergere professioniste che iniziano il loro percorso in un mondo in cui le donne devono prendere il loro giusto spazio. Spesso le premiate hanno meno di 25 anni.

 

Negli anni tantissimi i temi affrontati, spesso con l’interpretazione di attori di primo piano come Isabella Ragonese, e sempre toccando aspetti quotidiani non risolti dalla società di oggi o di ieri.

 

I PREMI 2024

 
“Con i miei occhi” di Silvia Nobili,  romana, classe 1998,  vince  il premio per il miglior cortometraggio in concorso con la motivazione:

“Per avere saputo veicolare con estrema sintesi ed efficacia visiva - attraverso la storia dell’adolescente Noah - i temi della transfobia e della violenza di genere, per portarle all’attenzione di una società in continua trasformazione e alla ricerca di nuovi equilibri individuali e collettivi.”

Oltre 60 cortometraggi ammessi, 48 sono giunti  alla selezione della Giuria che nel premiare lo sguardo femminile su tematiche spesso molto forti, ha assegnato il premio alla regia a “Föa” di Margherita Ferrari, savonese classe 1997 di  Orco Feglino. Intenso racconto in cui l’esterno del G8 entra nell’intimità di una giovane donne agli ultimi mesi di gravidenza.

L’efficacia narrativa e lo stile con cui l’autrice ha saputo restituire l’atmosfera, i colori, i rumori, le voci, la tensione e l’emozione dell’incontro fra la protagonista, Nicole  e un gruppo di giovani manifestanti, restituisce un inaspettato scambio tra interno ed esterno in grado di lasciare il segno sulle vite di tutti.

Il premio alla miglior sceneggiatura va ad un’altra giovanissima cineasta della capitale, Chiara Sfregola. In “Sei mesi dopo” si affronta il tema del “No” che significa “No” e deve essere rispettato: Marta lascia passare sei mesi prima di decidersi a incontrare Alessandro. Mentre il ragazzo la cerca con insistenza lei prova a tenere in equilibrio la propria vita, ritagliandosi momenti di serenità. L'inevitabile incontro si rivelerà per entrambi molto più intenso del previsto. "Sei mesi dopo" è un'esplorazione delle zone grigie del consenso e dei confini del desiderio.

 

SEGNALAZIONI

La Giuria ha voluto segnalare anche alcuni corti per la capacità e la sensibilità narrativa, l’originalità di scrittura e di messa in scena, le spesso graffianti e ironiche scelte stilistiche con cui le autrici hanno sintetizzato temi importanti della quotidianità non solo femminile o hanno semplicemente reso visibile il proprio talento artistico: dai tentativi di truffa perpetrati ai danni degli anziani (“Vademekum” di Susy Laude), ai dubbi e alle speranze sul futuro del mondo giovanile (“Davvero?” di Lucrezia Gandolfo), sino al difficile superamento del trauma della violenza assistita (“Lontanìa” di Andrea Simonella) e al divertissement in chiave “nera” e grottesca imperniato attorno alla stramba consegna di un malcapitato rider milanese (“Aspic” di Ottavia Storace e Giorgia Moraca).

 

MENZIONI

La Menzione speciale  “Io posso” in memoria di Gianni Giavotto, assegnata dalla giuria, è andata a “Puoi essere ciò che vuoi” di Annamaria Pappalardi per la maturità e la creatività espressiva con cui gli studenti e le studentesse della scuola secondaria di primo grado “Serena Pacelli” di Altamura, guidati dalla regista e docente Annamaria Pappalardi hanno saputo restituire all’attenzione del pubblico la problematica dello scarso accesso delle donne ai percorsi di istruzione scientifica, a causa delle preclusioni di genere messe in atto dalla società in cui si trovano a vivere e a costruire il proprio futuro. Attraverso lo sguardo di Alice, la protagonista del cortometraggio, propone un luminoso esempio di quel “Io posso” che ne costituisce il cuore.

 

La seconda Menzione in ricordo di Simone Ovart è stata invece assegnata direttamente dal Comitato Cinema di Zonta Club Alessandria  a “Bulimia” di Emma Lepore, studentessa dell’IIS Cellini di Valenza. Il riconoscimento è motivato dalla “genuinità” con la quale in poche scene viene proposta la tematica del disturbo alimentare, i rischi connessi, compresa la perdita di autostima.


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