Compagnia degli evasi
sabato 22 marzo ore 21 e domenica 23 marzo ore 16
AUDITORIUM SANTA CHIARAvia della Provvidenza - Casale Monferrato (AL)
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Siamo nel ’36, alle porte della seconda Guerra Mondiale. Siamo nell’Italia autarchica di Mussolini dove c’è bisogno di tutto quello che il territorio può dare alla nazione. Siamo nella Piana di Luni. Un luogo che d’improvviso si scopre essere molto prezioso, perché qui è possibile estrarre la lignite, un parente povero del carbone, che serve però a mandare avanti il cuore della nazione. L’industria.Così i campi diventano pozzi, e i contadini dei minatori di quella madre matrigna che dispensa speranza e uccide: la miniera. C’è la guerra e l’imperativo è produrre! E si produce allo stesso modo in cui si muore: senza ritegno, senza regole. Nei fatti, se l’industria ne trae benefici enormi, i minatori muoiono sfruttati, scavando affogati nel loro stesso sudore, quando non schiacciati dai metri di terra che li separano dal cielo. “Sepolti Vivi” non è un evento, e non è nemmeno un racconto; è una storia vera. E’ così, infatti, che i giornali dell’epoca definiscono quel “fiero manipolo d’eroi” che, per protesta, nel ’53 decidono di scendere nei pozzi per non risalire più, sino a quando il governo non gli darà ascolto. 21 persone che passeranno 18 giorni nelle viscere della terra. Oggi, in un certo senso, li riportiamo alla luce.