(e in replica pomeridiana il 13 febbraio) lo spettacolo con la regia di
Gabriele Vacis tratto dalla piece goldoniana I Rusteghi, prodotto dalla
Fondazione del Teatro Stabile di Torino e dal Teatro Regionale Alessandrino.
I Rusteghi appartiene alla maturità compositiva di Carlo Goldoni, che
coincide anche con gli ultimi malinconici anni della permanenza a Venezia.
Due anni separano Goldoni dal viaggio a Parigi, alla Comédie Italienne, e
sempre più nelle sue storie si coglie il disinganno per una realtà storica
profondamente diversa da quella raccontata agli esordi: Venezia ha perso il
ruolo di potenza dell'Adriatico, agitata da una classe aristocratica
incapace di gestire un indispensabile cambiamento di rotta e da una
borghesia commerciale che stenta a imporsi come classe dirigente. I Rusteghi
si inserisce dunque a pieno titolo su questo sfondo, con un tratto di
audacia finora mai emerso. Il mercante Pantalone, l'avveduto borghese che in
molte commedie incarna l'ideale di un soggetto sociale avveduto e
responsabile, si trasforma in una amara caricatura di se stesso. Autentico
tiranno, si impone con protervia su famiglia e domestici. In un prezioso
gioco di specchi, Goldoni amplifica le valenze del personaggio sdoppiandolo
in altrettanti alter-ego, gli altri "rusteghi" dell'opera: Canciano,
Leonardo, Simon e Maurizio. La loro capitolazione a un nuovo codice
comportamentale ha il sapore di un happy end forzoso, estraneo per primo a
loro stessi.
I Rusteghi parla ancora al nostro tempo, all'intolleranza travestita da
moralismo, alla difficoltà di mettersi in relazione, alla mancanza di
comunicazione di un'epoca che proprio della comunicazione fa il proprio
vessillo. Il disinganno di Goldoni è ancora vivo nelle parole dei
protagonisti e descrive una società buia e alla deriva, sopita, ma ancora
presente, nella nostra pratica quotidiana.
"Nel mondo dei Rusteghi le donne più che intelligenti devono essere furbe.
La furbizia è una forma di intelligenza ma il suo esercizio sottende
l'inganno,
il raggiro dell'interlocutore inconsapevole. Le donne dei Rusteghi discutono
con i maschi, li affrontano, li lambiscono, possono persino tramare
strategie d'azione e di linguaggio. Ma devono tesserle invisibilmente, come
il ragno, per ottenere ciò che vogliono. Solo così, alla fine, vincono". "La
scelta di affidare ad attori maschi anche le parti femminili è solo un
piccolo scarto, data l'ininfluenza di un corpo femminile così scisso dalla
complessità della sua intelligenza, in questo mondo di padroni, più che di
padri o mariti. Cosa produrrà, per un uomo, abitare nei panni di una donna
che si piega a regole non scelte, non condivise, ma che deve conoscere a
fondo? Spero un po' di condivisione della fatica, della rabbia che comporta
il crescere, il comprendere davvero la presenza di un'altra parte, diversa
da sé, per riuscire a vivere guardandoti, tutte le volte che puoi, nei panni
dell'altra. Per andare avanti".
Antonia Spaliviero
La traduzione e l'adattamento sono di Gabriele Vacis e Antonia Spaliviero,
il cast è composto da Eugenio Allegri, Natalino Balasso, Jurij Ferrini,
Mirko Artuso, Nicola Bremer, Christian Burruano, Alessandro Marini, Daniele
Marmi; la regia è di Gabriele Vacis, composizione scene, costumi, luci e
scenofonia Roberto Tarasco.
PRIMA DELLA PRIMA: SABATO 12 FEBBRAIO ALLE ORE 18 IL REGISTA GABRIELE VACIS
E GLI ATTORI INCONTRANO IL PUBBLICO. CHI VOLESSE PARTECIPARE E' PREGATO DI
INVIARE UNA MAIL A ufficiostampa(chiocciola)teatroregionalealessandrino.it o
chiamare l'ufficio stampa ai n. 0131 52266 int. 256 o 222.
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