SPARTITI - Max Collini e Jukka Reverberi @Ristorazione Sociale Alessandria - Recensione di Massimo Leitempergher


di Massimo Leitempergher 22/3/14
(http://nonhodormitomai.myblog.it/)

Siam partiti per vedere gli Spartiti.
Martina è scatenata, gira per i tavoli saltellando, si butta sotto e mi prende le mani, cerco di afferrare il suo dito in un gioco di tira e molla, dice "certo" con una faccina seria seria mentre nel tavolo dietro un signore in nero che sembra non vederci chiaro sta curvo sul borderaux della SIAE a compilare righe indispensabili, facile riconoscere Max. Jukka arriva con un piatto di biscotti, i due si guardano, sembrano titubanti ma il pimo morso toglie ogni dubbio.
Inizia così la serata di ''Spartiti'', reading musicale del duo Reverberi-Collini, ambientazione socialfantastica nella serra degli orti della ristorazione sociale di Alessandria.
Mentre sto fuori sotto il portico a respirare l' aria fredda impastata dall'immancabile  pioggia alessandrina, aspetto i compagni di questa serata e leggo il regolamento per l'assegnazione e la gestione degli orti.
Penso che farebbe sorridere anche te caro Collini questa socialdemocrazia contadina-cittadina e badate bene che ho scritto sorridere e non ridere.
La serra illuminata dalla luce soffusa di candele e piccole lampade fa presagire calore ma il vento fa il suo giro e mi siedo ben contento di tenermi addosso la mia giacca.
A scaldarmi subito ci pensano i due sul palco con un quartetto iniziale di canzoni (Paolo Nori, Gianluca Morozzi, Pier Vittorio Tondelli e lo stesso Collini) che tocca il culmine nelle disperate bestemmie del tossico libertino, roba forte per stomaci saldi e nella rievocazione huligana dangeraux alluvionale alessandrina del Gianluca bolognese.
Oh, intendiamoci subito, boia faus....scusa....saranno le reminiscenze tondellliane....Collini canta come lui sa fare e Reverberi suona come lui sa suonare quindi il pignolo di turno che obietta che vengono letti dei brani letterari su tappeti musicali può chiudersi in bagno a farsi le pugnette.....scusa ancora, sai Tondelli è difficile da abbandonare così in fretta.
Lo spettacolo fila via liscio tra ironie sottili e pioggia sempre piu' grossa, quasi a coprire il concerto mentre i testi di Collini (Borghesia e Il treno delle vanità) fanno bene al cuore perchè lo fanno sorridere e lo accarezzano con mani esperte e gentili.
Poi quello che sembra un fuori programma (ho detto sembra) con protagonista il racconto di Matteo Bianchi fornisce la carica musicale giusta per avviarsi verso il finale che attendo trepidante.
Lo so, penso, ho fatto una cazzata a guardare quel video sul tubo prima e rovinarmi così la sorpresa finale di sentire "Qualcosa sulla vita", omaggio tenero, rispettoso e potentissimo ai Massimo Volume, allora nel disperato tentativo di rimediare chiudo gli occhi e mi faccio investire dal crescendo musicale di Jukka che mi trascina nel vortice di emozioni dove non si può controllare niente e lascio scorrere le lacrime che inesorabilmente lente scendono sulla faccia fredda.
Le luci si accendono, il pubblico applaude e io non voglio che tutto finisca, ma così è la vita, le cose belle durano poco ma le riconosci dell'intensità. 
Grazie. 
    

P.S.: uno....dedicato alle due mie vicine di sedia, se non riuscite a staccarvi da faccia di libro nemmeno per un concerto e dovete consultare il vostro ipad ogni cinque minuti la prossima volta state a casa (detto con accento reggiano), due....saluti a entrambe le Monica, quella che c'era e quella che avrebbe voluto esserci, tre....martedì gli Afterhours vestiti da donna sul palco del Teatro della Concordia a Venaria e sabato Spartiti, ah beh si beh che bella settimana, quattro.....l'abbraccio di Collini me lo porto con me per tutto il resto della serata, tenuto stretto come il vinile acquistato a fine concerto.

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