Durata: 2 ore circa
Band: Cristiano De André (voce, chitarra, bouzouki, piano, violino), Osvaldo Di Dio (chitarre), Davide Pezzin (basso, contrabbasso), Davide De Vito (batteria).
In una bella domenica di luglio, dopo giorni di incessanti piogge, ecco finalmente che riesco a godermi lo spettacolo offerto dallo straordinario Cristiano De Andrè, figlio del mio mito in assoluto: Faber.
La band sale sul palco, parte la base di Non è una favola, ma Cristiano De André non si vede: arriva al microfono poco dopo, quando le note della base stanno già affrontando la prima strofa.
Confesso che non conoscevo bene il suo ultimo album, Come in cielo così in guerra, avendone sentito solo poche canzoni e onestamente dopo averlo sentito in modo completo,
posso dire di preferire di gran lunga i suoi pezzi più datati, come la bellissima Nel bene e nel male, che canta subito dopo; canzone presente anche nel dvd Fabrizio De Andrè in concerto,
nel 1998, tenutosi a Roma al teatro Brancaccio. Questo brano mi fa commuovere tutte le volte che lo ascolto ed è una delle mie canzoni preferite di Cristiano, è di una dolcezza infinita;
sarà perchè l'ho ascoltata un'infinità di volte, e la associo al suo volto ancora giovane durante il tour del padre.
Nonostante questo, dopo sole due canzoni mi torna in mente il suo precedente tour, De Andrè canta De Andrè, del quale avevo sentito tre concerti, completamente diverso da quello attuale, nonostante la bando fosse esattamente la stessa:
che cosa ne è stato allora del precedente spettacolo di Cristiano che con De Andrè canta De Andrè aveva incantato l'Italia in lungo e in largo per più di un anno (da giugno 2009 a ottobre 2010) riscuotendo clamorosi e meritati successi
non solo per la qualità del repertorio eseguito ma anche per la straordinaria produzione che accompagnava lo spettacolo?
Le prime pecche che noto in questo tour riguardano il livello della produzione, che pare essersi di molto ridimensionato, dopo che nel precedente tour non si doveva aver badato a spese. Ma quello che più mi ha colpito riguarda la band,
che invece nel precedento tour mi aveva colpita proprio per il fantastico arrangiamento e per la presenza scenica. C'è stata un' unica clamorosa differenza, ossia l'"eliminazione" del tastierista Luciano Luisi,
che di De Andrè canta De Andrè era stato arrangiatore e artefice artistico. La scelta ricade sul lasciare ampio spazio a basi preregistrate che però evidentemente non sostituiranno mai il tocco di un musicista dal vivo.
A tratti mi sembra di sentire gli stessi arrangiamenti pre-confezionati di uno qualunque dei tanti tributi che ben conosciamo e che ci sarà sicuramente capitato( purtroppo) di sentire.
Lasciando perdere i dettagli tecnici, trovo che Cristiano De André e la sua band siano musicisti eccellenti, che riescono comunque a rendere ottimo pure uno spettacolo totalmente diverso da quello che io, forse stupidamente, mi immaginavo.
Ecco che vorrei fare qualche considerazione in merito alla scaletta: l'intero concerto è suddiviso in due parti, la prima con canzoni di Cristiano e l'altra con canzoni di Fabrizio. Quello che mi ha sorpresa è stata l'idea di proporre nella prima parte tutto e solo l'ultimo disco,
Come in cielo così in guerra.
Nella seconda parte del concerto Cristiano ha dato spazio a brani storici e indimenticabili della canzone italiana, ovvero quelli di Fabrizio, eseguiti in chiave più rock ma capaci di emozionarmi al punto che mi è scesa ben più di una lacrima.
Speravo però di sentire, oltre alla fantastica Nel bene e nel male fatta come primo pezzo, anche altri pezzi forti del suo repertorio passato, che proprio perchè poco noto al pubblico avrebbe così potuto far conoscere;
canzoni come Natale occidentale, Canzoni con il naso lungo, Dietro la porta, Ciò che ci resta ,Lady Barcollando sono pezzi secondo me quasi sconoscuti e profondamente sottovalutati che meriterebbero di essere apprezzati,
dimenticandosi per un momento che Cristiano è figlio di un mito, e apprezzandolo per la sua grande voce e per il suo talento di polistrumentista.
La seconda parte dedicata a Fabrizio, è quella più coinvolgente e meglio arrangiata e riprende il lavoro di De Andrè canta De Andrè, con tutti brani già sentiti in quel tour e arrangiati più o meno come allora. I pezzi scelti da Cristiano sono ottimi,
ma mi sarebbe piaciuto sentire anche pezzi più di nicchia, primo fra tutti Ottocento. I pezzi eseguiti ( non in ordine ) sono: Se ti tagliassero a pezzetti, Nella mia ora di libertà, e Smisurata preghiera, fatti in chiave particolarmente rock;
Verranno a chiederti del nostro amore è il momento più emozionante del set, poi si passa ai grandi classici con finale scatenato con Quello che non ho e Fiume Sand Creek e chiusura definitiva, nei bis,
affidata ad una versione troppo tirata che si distanzia di troppo, per i miei gusti, dall' originale de Il pescatore, dove cristiano si esibisce in un assolo di violino molto divertente invitando il pubblico seduto a raccogliersi sotto il palco.
Nel complesso si è trattato di uno spettacolo davvero bello, anche se io sono di parte perchè ho chiaramente un debole per Cristiano, che man mano che passa il tempo mi ricorda sempre più suo padre, nella voce e nei movimenti.
Solo mi è dispiaciuto per questa produzione un po' approssimativa per la quale il tour di Cristiano sembra un po' quello di un esordiente, quando invece meriterebbe un arrangiamento di molto superiore.
Trovo inoltre che Cristiano osi troppo poco, in modo particolare per quanto riguarda i suoi pezzi, da uno come lui ci si aspetta tanto, di più di quello che effettivamente da.
Per il resto, si nota che Cristiano è spesso impacciato quando si rivolge al pubblico, i suoi discorsi sono interessanti ma spesso espressi con imbarazzo;
è capace di spiegare cosa c'è dietro alle sue canzoni ma sembra quasi che si giustifichi per il fatto di eseguirle e ci tiene a sottolineare di essere un anarchico,
ma non semplicemente perchè lo era suo padre, sempre come per giustificarsi, poi inutilmente perchè Cristiano, secondo me, non dovrebbe avere di queste reticenze: anche le sue, oltre a quelle di Fabrizio,
sono canzoni molto belle e non deve certo scusarsi con nessuno del fatto che le canti ai propri concerti. Anzi, potrebbe pure farne di più: un talento come il suo non è diffuso a questo mondo e andrebbe fatto conoscere con più entusiasmo e gioia.