Le
costruzioni logiche che stanno dietro gli atti ingiustificabili e l’ossessione
che permea un rapporto malato sono l’argomento di “Ti affetto”, pièce scritta
da Alessia Brisone e da lei interpretata con Giancarlo Adorno con la regia di Tommaso Massimo
Rotella.
Il tema
della violenza domestica è delicato ed è ultimamente spesso rappresentato
teatralmente. La sfida, in questo caso, consiste nella ricostruzione non solo
del vissuto, ma della macchina mentale che rende possibili azioni violente da
parte di chi le compie e di chi le accetta.
I due
protagonisti non hanno nome, sono unici ma anche simboli, e la loro storia è
narrata in flash back, sembra la rivisitazione di un percorso interiore di
analisi.
Entrambi
ricordano, meditano e riscrivono le vicende alla luce di una mistificazione che
muta gli eventi. Sia lui che lei tendono a convincersi che la violenza non
esista, che gli effetti di essa siano causati da incidenti domestici e che
tutto proceda per il meglio. Una sorta di illusione di coppia che a tratti si
rompe e scatena nella donna consapevolezza e una reazione di rivalsa violenta,
che si esprime nella minaccia folle di affettare il compagno e godere del suo
lento dolore.
Il testo ha
una base fortemente drammatica, ma la sua rappresentazione passa attraverso
diversi registri. La mistificazione della realtà, nella versione della
protagonista, è straniata ed ironica, pare una fase di elaborazione del
riscatto finale. Così la presentazione in tono commerciale- piazzistico dell’homo
insapiens, incapace di andare al di là della sua grettezza, si inserisce in un
contesto di amara verità.
Su tutto un’ossessione
da vincere e un complesso di dipendenza reciproca, che induce la personalità
malata dell’uomo a colpire e quella succube della donna a giustificare.
Altrettanto
ossessionante la musica: prima il Bolero di Ravel in versione cantata e poi l’Alouette,
filastrocca che suona sinistra e sottolinea una deviazione mentale nella sua
ripetizione continua e cantilenante.
Lo
spettacolo convince per l’originalità del taglio, il continuo cambio di punto
di vista e la corporeità dominante, che passa da immagini di danza quasi
macabra a scene di forte contatto fisico.
Molto bravi
Alessia Brisone e Giancarlo Adorno, padroni di una scena nuda in cui lasciano
immaginare un contesto domestico chiuso e paralizzante.
“Ti affetto”
ha aperto la stagione di prosa all’interno della rassegna Valdapozzo
Spettacolare 2014, che durerà sino al 26 luglio e che annovera appuntamenti di
musica e teatro.