Il buio e il
silenzio sono una dimensione quasi dimenticata, che emerge talvolta e riporta
alla coscienza un’attenzione sognante impossibile in altri contesti. Dunque,
buio rischiarato solo fiocamente da candele, spettatori seduti su cuscini intorno
ai due protagonisti e la sensazione di non essere in un teatro, ma in un luogo
lontano da tutto. Al centro un
violoncellista e una narratrice, in una serata appartenente ad un tempo remoto
e a parole immortali.
“Tendono
alla chiarità le cose oscure” : nell’oscurità pare più pesante il significato
di ciò che si ascolta e le parole vibrano per entrare negli animi e assumere
sfumature nuove e, al contempo, eterne, perché suscitate da qualcosa di imperituro.
Laura
Bombonato, una voce che fa sognare, legge Tarchetti, Garcia Lorca, ma anche
Montale, Morante, Calvino. Non solo
poesie, ma anche racconti toccanti , qualche brano ironico e le note del
violoncello di Eugenio Solinas che
riempiono lo spazio e illuminano al posto della luce.
L’amore è
l’argomento che più colpisce, la vera
stella che illumina la vita e il buio non è altro che la sua assenza, ovvero la
mancanza di spirito vitale. “Non ho bisogno di luce per vederti”, “Nei tuoi occhi porti sempre il sole” : il
trait d’union di ogni lirica d’amore e di ogni romanzo (la prima frase citata è
tratta dalla “Fosca” di Tarchetti e la seconda da una poesia di Nazim Hikmet) è il contrasto tra luce e ombra,
un’alternanza di gioia e privazione, di illuminazione interiore che tutto dona
e di buio spirituale che tutto toglie. Da sempre le metafore legate alla luce e
al buio ci suggeriscono momenti dell’animo e viaggiare attraverso l’espressione
figurata dei sentimenti commuove come solo può fare l’accostamento dell’arte
alla sensibililità individuale.
Questo ciò
che rimane dopo una serata rischiarata solo da candele, da una voce calda che
si vorrebbe ascoltare senza sosta e dall’incanto della musica: l’essenziale che
tutto raccoglie in sé, nulla disperde e ci appare bello e irrinunciabile.
Uno
spettacolo affascinante e coinvolgente.