Domenica 7 ottobre 2012 al Macallé di Castelceriolo: Parlandone da vivo - Rassegna settembre - Recensione


Un tema del tutto funereo trattato in modo esilarante dall’inizio alla fine dello spettacolo.  L’argomento è la morte, la sua pianificazione e le aspettative che essa comporta in termini di fede ma anche di spettacolarizzazione per il prossimo. Il protagonista,  dopo aver scoperto di avere pochi mesi di vita davanti a sé, colpito dalla pubblicità decisamente invasiva di una ditta di pompe funebri, decide di investire i suoi risparmi nella programmazione del suo funerale.
Ciò che acquista sono la speranza di salvare il suo spirito e la promessa, indispensabile nella sua condizione disperata, dell’eternità. La ditta “BBB Trombe del Signore” si rivela un rifugio, seppur molto commerciale, per chi si ritiene ed è considerato un potenziale trapassato, riempiendo esistenze a termine che, in caso contrario, parrebbero destinate al vuoto.  “La morte c’è, non si può comprare, ma si può svelarne il lato desiderabile”, questa la filosofia della discutibile ditta che vende sogni a chi non ha più alcuna aspettativa terrena.
Quando il nostro protagonista improvvisamente guarisce, dopo un attimo di felicità, si ritrova di fronte all’angoscia esistenziale del redivivo.  Privo del lavoro (dal quale si era licenziato credendosi in punto di morte), visto dalla moglie come un intruso non produttivo e quasi un resuscitato con il quale non le è più possibile avere rapporti, la sua vita diventa un’anticamera penosa dell’anelata morte liberatoria. La società rende molto difficile la reintegrazione di chi ha annunciato al mondo di andarsene. L’iniziale euforia della guarigione lascia il posto ad una pesantezza che si trascina nei rapporti umani e nel tempo insostenibile che passa. La risoluzione finale è lasciata all’io deluso e mal sopportato dal prossimo e vedrà nella ditta di pompe funebri il mezzo per il fatale traguardo.
Fabrizio Pagella è bravo, esilarante e versatile. La sua interpretazione del titolare della “BBB Trombe del Signore”, in bilico tra il business commerciale più spinto e la spiritualità del mondo eterno promesso attraverso una carta di credito, è veramente degna di nota, perché credibile e grottesca al contempo.  Il monologo è accompagnato da un contrabbassista recitante (Andrea Cavalieri) che sottolinea con musica, canzoncine di accompagnamento (L’Ape Maia !), movimenti ed espressioni tutto il testo. La sdrammatizzazione, enfatizzata dall'ottima regia di Laura Bombonato, è tale da far apparire perfettamente integrati sia l’abbigliamento con camicie hawaiane , sia il finale che, lungi dal sembrare tragico, appare la migliore soluzione possibile. Da notare anche, nell'ambito delle scelte di regia, la scenografia essenziale e gioiosa, creata da girasoli appesi a fili che cadono dall'alto. Il lato ilare e ironico, evidenziato con ogni particolare dalla regista, diverte e fa passare,con la levità di ciò che si riconosce vero, il messaggio esistenziale. 
Cos’altro aggiungere, se non che l’idea del testo di Valentina Diana è stata ispirata a  Fabrizio Pagella dalla pubblicità reale e martellante di una ditta di pompe funebri rampante ? Forse la vendita di mondi paralleli per chi è in procinto di perdere l’attuale è una necessità e ciò induce a riflessioni decisamente profonde.
Spettacolo da consigliare: come sempre, la stagione al Macallé si rivela uno dei momenti più qualitativi del teatro in provincia. 
Nicoletta

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