con i seguenti spettacoli:
- Venerdì 17 alle ore 21.30;
- Sabato 18 alle ore 21.30;
- Domenica 19 alle ore 17.00 e alle ore 21.30;
- Lunedì 20 alle ore 22.15.
"POTICHE - La bella statuina" di FRANÇOIS OZON
Statuine di tutto il mondo, unitevi!
Articolo di Fabrizia Centola - Pubblicato venerdì 5 novembre 2010
In Francia, potiche è un grande vaso di porcellana d'oriente e, per
estensione, nel linguaggio corrente, è persona che gode di una posizione
senza averne alcun ruolo attivo: una bella statuina, insomma.
Tuta rossa e bigodini in testa, Suzanne, bellezza un po' sfiorita dagli
anni, con un po' d'affanno si tiene in forma facendo jogging nei boschi e
come una novella Biancaneve parla con uccellini e scoiattoli. Madre di
famiglia, moglie devota e abbondantemente tradita, canta in un tinello dalle
tinte accese i motivi romantici trasmessi per radio. Siamo a fine anni
settanta, nella provincia francese. Catherine Deneuve é moglie di Robert
Pujol (Fabrice Luchini), un industriale degli ombrelli, detestabile e
reazionario. Durante uno sciopero viene sequestrato dai suoi operai e
Suzanne si trova, suo malgrado, a sostituirlo nella direzione della
fabbrica, rivelandosi assolutamente all'altezza del compito. Accanto a lei
ricompare una passata avventura, Babin, il sindacalista comunista,
interpretato dal grande Gérard Depardieu; e la bella statuina riserverà a
tutti grandi sorprese.
François Ozon osa con lo spettatore, provoca, e lo fa sempre potendo vantare
un notevole mestiere: capacità nella messa in scena, cultura cinematografica
e abilità nella rielaborazione di genere. Commedia di dialogo, con un lieve
sentore di melodramma sottolineato dalle piene orchestrazioni di Stelvio
Cipriani, delizia lo spettatore con i suoi riferimenti, più o meno nascosti.
Ci sono Les Parapluies De Cherbourg (Jacques Démy, 1963), con ombrelli,
Deneuve e canzoni; c'è il sorriso enigmatico di una donna capace di essere
doppia, già scoperto da Truffaut e Bunuel (La mia droga si chiama Julie,
1969 e Bella di giorno, 1967) e poi c'è uno struggente ballo da Tempo delle
mele per due ultra sessantenni alla riscoperta dell'amore.
Film tratto dell'omonima pièce di Barillet e Grédy, diversamente dal
precedente 8 donne e un mistero, respira anche l'aria degli esterni e delle
location naturali. Divertente, molto, recupera gli ingredienti della
screwball comedy degli anni '30, la guerra tra i sessi e le differenze
sociali, a cui si aggiungono i temi politici di fine anni settanta e l'anticipazione
di quelli caldi del nostro presente: il precariato e la delocalizzazione
della produzione. Alla capacità di divertire, con azzardi non sempre facili
da presentare in sala, Ozon aggiunge anche il giusto registro per raccontare
oltre a ciò che appare e per presentare in modo assolutamente accettabile
ciò che potrebbe non esserlo. Parla di omosessualità e di incesto
collocandoli nel film con mosse lievi ed eleganti, ad accompagnare
personaggi amabili.
Sottotraccia, oltre alle iniziali apparenze, racconta la storia ben più
complessa e più vicina al reale di una donna che non è bella statuina, ma
che accetta di sembrar tale per vivere indisturbata, e un po'rassegnata, in
un piccolo mondo cristallizzato ma sicuro. Suzanne, solo all'apparenza
Potiche, moglie del padrone della fabbrica e bellezza sfiorita, rimane
nascosta tra le pieghe di un vestito di chiffon, fino a quando, con un po'
di rabbia e un po' più di coraggio, riuscirà ad uscire allo scoperto; e da
quel momento nessuno più la potrà fermare.
Titolo originale: Potiche
Nazione: Francia
Anno: 2010
Genere: Commedia
Durata: 103'
Regia: François Ozon
Cast: Gérard Depardieu, Catherine Deneuve, Judith Godrèche, Jérémie Rénier,
Karin Viard, Fabrice Luchini, Évelyne Dandry, Sinead Shannon Roche
Produzione: Mandarin Cinéma
Distribuzione: BIM
Data di uscita: Venezia 2010
05 Novembre 2010 (cinema)
Testo tratto dalla rivista online - NonSoloCinema - anno VII n. 3 - © 2010
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