Giovedì 23 dicembre comunicato stampa dell'Associazione Amicidellebici: Alessandria città ciclabile?

La stampa locale ha dato conto della classifica nazionale sulle città
ciclabili redatta da Legambiente, nella quale Alessandria vola al 23° posto.
Il Sindaco ne è fiero, perché si tratta di una rimonta sorprendente.
E molti cittadini, in effetti, ne sono "sorpresi": soprattutto perché tale
posizione sembra paradossale.
Non è credibile infatti che la situazione della ciclabilità in Alessandria
appaia simile a quella di altre città che nella graduatoria risultano
vicine, ma che nella realtà sono lontane anni luce, come Parma o Bolzano,
dove ad esempio risulta che il numero di spostamenti quotidiani in
bicicletta sia superiore a quelli in automobile.
Si tratta dunque di un errore? No, la ragione principale è legata ai
parametri che sono stati considerati: chilometri di piste ciclabili,
estensione di Zone a traffico limitato, di Isole pedonali, di Zone a 20 o 30
km/h.: tutti fattori che contribuiscono a incentivare l'uso della
bicicletta.
E andando a verificarli, ci renderemo conto che tra l'apparenza e la
sostanza la differenza è abissale.

Le piste ciclabili alessandrine infatti sono un calvario: disseminate di
ostacoli, interrotte continuamente, a volte si dissolvono improvvisamente
nel nulla: non garantendo la sicurezza di chi le percorre risultano in
alcuni casi inutili, quando non addirittura un fattore di ulteriore
pericolo.
E poi, i chilometri realizzati nel 2010 in stradine come via Penna, via
Sassi, o via Civalieri, sono inutili, perché - lo sa qualsiasi tecnico della
viabilità - le piste ciclabili servono solo sulle direttrici importanti, per
tenere separate tipologie di traffico tra loro incompatibili.

Che dire poi della beffa delle Z.T.L. realizzate in periferia, in strade
senza traffico, a volte neppure asfaltate o addirittura in cui era già
vietata la circolazione?

Delle Isole pedonali invece è impossibile parlarne, semplicemente perché
nella nostra città sono praticamente inesistenti.

Quanto infine alle Zone 30, paiono destinate anche queste solo a una
funzione di facciata: è quello che sta accadendo per esempio al Cristo, dove
quasi tutte le vie sono diventate a 30 Km/h, semplicemente tracciando
sull'asfalto una segnaletica - quasi invisibile e neppure a norma - senza
nemmeno adeguare quella verticale, e senza adottare altri provvedimenti di
limitazione e controllo della velocità.

In definitiva quindi il balzo in avanti di Alessandria nella classifica
sulla ciclabilità è supportato dai dati, ma non dai fatti. Peraltro, grazie
al pungolo costante venuto dai cittadini, qualche piccolo miglioramento
negli ultimi anni c'è stato, perlomeno sul piano della percezione del
problema; e il segno più evidente ne è l'istituzione di un Ufficio
Biciclette, un provvedimento potenzialmente importante per migliorare il
grado di ciclabilità di una città. Il Sindaco, enumerandone le competenze,
ne ha però tralasciata una fondante: quella di essere punto di raccordo tra
le istituzioni e le associazioni che da sempre sostengono il tema centrale
della bicicletta come mezzo alternativo all'automobile, per una sua
diffusione sia per la mobilità urbana, sia per un turismo più consapevole e
sostenibile.

Claudio Pasero
gliamicidellebici
FIAB - FEDERAZIONE ITALIANA AMICI DELLA BICICLETTA

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