Carlo Sola in concerto venerdi' 13 gennaio al museo della Gambarina

Venerdì 13 gennaio al Museo della Gambarina ad Alessandria, alle ore 21,
secondo appuntamento della rassegna "Nebbia e Musica": CARLO SOLA IN
CONCERTO, dedicato al grande batterista Carlo Sola, con Alice Merlo, voce;
Giorgio Penotti, sax tenore; Franco Russo, pianoforte, e naturalmente Carlo
Sola alla batteria. In repertorio standard jazz e brani originali del
leader.

Il concerto è organizzato dal "Museo del c'era una volta" in collaborazione
con "AL That Jazz"e "Associazione Musicale Allegro Molto".
Ingresso ad offerta.
31 gennaio 1933 - Carlo Sola, da tamburino a batterista
Il 31 gennaio 1933 nasce a Torino il batterista jazz Carlo Sola. Figlio
d'arte a nove anni è già impegnato negli studi musicali che culmineranno con
l'iscrizione ai corsi di contrabbasso nel conservatorio della sua città
natale. Basta una breve esperienza come tamburino nella fanfara della scuola
per farlo innamorare della batteria. Dopo la Liberazione trova la sua prima
scrittura come batterista in un'orchestra da ballo e nel 1946 se ne va a
zonzo per l'Europa intenzionato a fare esperienza. Quando rientra in Italia
viene scritturato dall'orchestra di Gaetano Gimelli. Proprio in occasione di
una breve tournée del gruppo in Germania assiste a Garmisch all'esibizione
di Louis Armstrong con i suoi All Stars e diventa amico di Cozy Cole, uno
dei più importanti batteristi di quel periodo. Deciso a seguirne le orme,
Carlo Sola decide di mollare tutto e andarsene a New York dove frequenta la
scuola gestita dallo stesso Cole. Gli è tutor e maestro, in quel periodo, un
altro personaggio di spicco del jazz statunitense come Stan Levey. Quando
torna a Torino riprende a suonare con i Jazz at Kansas City cui segue, nel
1954, un'intensa esperienza con OKB di Nini Rosso. La sua costante crescita
tecnica e artistica trova molti estimatori soprattutto tra i personaggi che
più di altri stanno tentando di rinnovare il jazz italiano. C'è però il
problema che in quel periodo non si può vivere di solo jazz. Il genere non è
ricco e non può garantire la sopravvivenza economica. Per questa ragione la
sua attività si sviluppa su due binari: da un lato ingaggi sicuri e
remunerati con orchestre stabili e dall'altro una lunga serie di
collaborazioni importanti. Per quel che riguarda la soluzione dei problemi
economici, dopo aver fatto parte dell'orchestra jazz di Armando Trovajoli,
nel 1962 entra stabilmente nell'Orchestra della Rai di Milano. Proprio negli
anni Sessanta la sua attività jazzistica si fa intensa e a partire dal 1969
le sue collaborazioni si fanno più stabili. Non rinuncia, però, a qualche
esperienza free lance con vari musicisti stranieri di prestigio come Slide
Hampton, Dexter Gordon, Don Byas, Bud Freeman, Art Farmer, Teddy Wilson,
Dizzy Reece, Charlie Mariano, Lionel Hampton, Joe Venuti, Chet Baker e John
Lewis, solo per citare i più importanti. Il suo impegno musicale si unisce
talvolta a quello politico e sociale, come quando registra con Enrico Intra
i brani Nuova civiltà e To the victims of Vietnam, due tra le sue migliori
incisioni.

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