Carmiana,
ancella di Cleopatra, narra la storia di una delle donne più celebri della
storia proprio il giorno della sua morte, dopo la sconfitta e la morte per
suicidio del suo grande amore Antonio.
Le sue parole rievocano in tono leggero e dettagliato vicende storiche e
personali, ricostruite con particolari attinti da fonti ufficiali e da leggende, e coloriti da un’interpretazione brillante e vivace. La conquista di
Alessandria da parte di Cesare, il suo incontro con Cleopatra, la loro storia
d’amore e il ritorno a Roma, dove la regina d’Egitto viene disprezzata in
quanto meretrice, e poi la morte di
Cesare e il grande amore con Antonio, sono visti da un punto di vista
distaccato e femminile che sa cogliere sia il valore storico dei fatti che il
coinvolgimento emotivo di una donna passionale e vittima della sua stessa capacità
di amare. Cleopatra, simbolo da sempre di fascino fatale, subisce la sua stessa
virtù ammaliatrice e non diventa mai, per gli uomini amati, unica amante e
ragione di vita. Cesare, interpretato con una voce nasale e presupponente, è un
orrido, egocentrico egoista e Antonio, la cui voce viene resa con un accento
romanesco e un gergo sgrammaticato, è tanto bello quanto rozzo e privo di ogni
finezza. La regina, colta e affascinante, da seduttrice si trasforma in vittima
sedotta e prima umiliata dalla pretesa di Cesare di condurla a Roma, dove
diventa oggetto di disprezzo popolare,
poi abbandonata da Antonio, suicida dopo la sconfitta contro Ottaviano.
“La ghirlanda del mondo si è disfatta, la corona d’alloro è appassita e nulla
la luna trova di notevole”, la disperazione della Cleopatra di Shakespeare è il
monologo finale che segna la disperazione di una donna ricca, potente e
affascinante cui viene a mancare la suprema ragione di vita, cioè l’amore
viscerale per un uomo che le dimostra di non riporre la sua felicità in lei,
ma nel potere e nella vittoria militare venuta meno.
Tanti i
personaggi interpretati da Elena Ferrari, autrice oltre che interprete del
testo. Esilaranti la sua voce e la sua postura nell’interpretazione di Potino,
consigliere Obeso alla corte di Alessandria, e notevoli in comicità e bravura i
dialoghi in cui la protagonista cambia tono e voce in maniera sorprendente e
naturale. La colonna sonora è la marcia dell’Aida, proposta con ritmi diversi a
seconda del momento della narrazione: ora solenne con il trionfo ad Alessandria
di Cesare, ora più veloce e ora stonata e distorta in occasione del
comportamento di Antonio, inviso a Roma.
Si ride
molto, lo spettacolo scorre con leggerezza pur sciorinando pagine di storia e
drammi umani, l’attenzione non cala mai e viene calamitata dall’inizio alla
fine senza un attimo di cedimento, mentre sul palco sembrano sfilare personaggi
emersi dai secoli e fasti rievocati da un trono di legno e da cuscini dorati. Proprio
questi pochi elementi di scenografia si prestano, con una felice scelta di
regia, a rappresentare eleganze orientali, bagagli al seguito della corte
regale o trincee di guerra. Al centro sempre Cleopatra nelle parole di
Carmiana: una donna innamorata con tutto
il cuore.