“Non si può
negare che andare liberi ci renda euforici”. La citazione è tratta da “Into the
wind”, film che narra un’avventura itinerante, ma soprattutto esistenziale, in
Canada, nelle terre selvagge. Laura Bombonato e Gianluca Barbieri raccontano la
loro avventura canadese, durata mesi ed evolutasi in modo sorprendente,
regalando loro conoscenze e scoperte. La narrazione è faceta e i due
protagonisti parlano, mostrano immagini, disegnano il loro percorso da Vancouver
alle montagne rocciose su un foglio e cantano canzoni degli alpini. La colonna
sonora è il mezzo di sussistenza adottato per autofinanziare il viaggio e,
proprio questi canti a noi così familiari, sono stati apprezzati in Canada, per
lo più da abitanti con origini italiane, in un contesto dove i musicanti di
strada sono valorizzati come bene prezioso. Le avventure di Laura e Gianluca
scorrono come un intreccio romanzesco e appaiono naturali e straordinarie. Le
persone conosciute che li hanno ospitati, il plauso che hanno suscitato e i
concerti che hanno tenuto sono così entusiasmanti da conquistare il cuore e la
mente come una favola bella e vera. La narrazione è tanto varia, strutturata e
dotata di ritmo e regia, da non sfociare nella semplice descrizione e, al
contempo, appare così naturale e intima, grazie anche al contesto amichevole
del “Fatto bene una volta”, da non avere nulla di artificioso. Il tono
scherzoso attraversa tutta l’avventura, eppure trapela un percorso volto alla
scoperta continua, per nulla superficiale, ma tesa a fare tesoro di ogni
amicizia e di ogni novità. Si ride molto, ma l’atmosfera è di sospensione e di
desiderio, sia di ascoltare ancora, sia di emulare , almeno in piccola parte,
un’esperienza bella e libera da ogni condizionamento, tale da rendere euforici
ed autentici.
Uno
spettacolo anticonvenzionale, divertente, giocato su ricordi, emozioni e
aneddoti vissuti, ritmato dalle tappe di un diario di viaggio e dalle canzoni
alpine che hanno riscontrato un successo straordinario in un luogo così lontano
da noi.
Il pubblico,
anche questa volta molto numeroso al “Fatto bene una volta”, ha viaggiato con i
protagonisti, travolto dalla loro simpatia. L’effetto è stato di sospensione
tra la narrazione, il canto e la spontaneità nel descrivere l’improvvisazione
che caratterizza la vera avventura. Un percorso e una scoperta anche per lo
spettatore. Veramente bravi i
protagonisti nel loro ruolo inedito di “cantanti di strada”, che ha rivelato
anche questo loro talento.
Un’altra
serata di evidente successo della rassegna “Voglia di teatro” al “Fatto bene
una volta”. Aspettiamo il prossimo giovedì.
Nicoletta Cavanna