“Questa è una città strana, piena di grattacieli e bassifondi…mitra e sax…imbellettata come una puttana a mezzanotte.”
Un contrabbasso, un sassofono e una voce profonda che narra di atmosfere fumose e corrotte, dove la violenza convive con l’amore per la musica e il jazz è una ragione di vita e di morte. La città evocata è sporca, povera, cattiva, eppure è il luogo fetido e immorale ideale al fiorire di una musica dannata e bellissima. E’ una favola nera e violenta, dagli aspetti fumettistici e dai risvolti irresistibilmente ironici che trasportano in un mondo ai margini della società che si trasforma solo grazie ad un ritmo trascinante che rende bello persino il brutto ed il deforme. La voce di Laura Bombonato sembra provenire dalla città di “pescecani e santi” e rende possibile l’esistenza di un dio nero con una giacca di lamé, amante del jazz, che opera improbabili miracoli in un luogo dove la musica è religione. Il contrabbasso di Enrico Ciampini e il sax e il flauto traverso di Giorgio Penotti, anche voce cantante, sono narrazione al pari delle parole e accompagnano una lettura persuasiva e affascinante, che passa attraverso toni e sfumature diverse. Diventano credibili l’accento del sud del proprietario dello “Sfaccimme Hot Club” e quello nero (degno del letterario zio Tom) del dio musicista. Così diventa possibile il miracolo della bravura prodigiosa di un giovane contrabbassista privo di una mano e del suo amore per una bellissima cantante cieca. La sua musica, nel racconto, accompagna e accarezza la splendida voce di lei, come le note avvolgenti del jazz, nella nostra serata intima ed elegante, sottolineano una storia che pare un sogno nato nei bassifondi più abietti. Un cuore batte nella città crudele e violenta ed ha lo stesso ritmo del basso del musicista innamorato della cantante dagli occhi ciechi, ma dal colore bellissimo e ineffabile. Spettacolo onirico come un sogno romantico e al contempo ironico, divertente, sempre affascinante e coerente con l’atmosfera creata e vissuta. Bravi i protagonisti che riescono a fondere musica e parole con un’apparente facilità nella quale è piacevole cullarsi, nell'attesa di nuove avventure e nuovi suoni. In un luogo raccolto e particolare come il “Fatto bene una volta” la favola nera ha trovato il contesto più complice e adatto e, come sempre, l’affluenza di pubblico ha premiato il giovedì della rassegna “Voglia di teatro”. Aspettiamo il prossimo appuntamento.
Nicoletta Cavanna