Sulle note
della sonata al chiaro di luna (Andrea Negruzzo alla tastiera) si apre in tono
favolistico l’evocazione di principi , gnomi, fate e creature fantastiche,
nella tradizione delle favole che sempre si sono proposte un fine educativo. La
musica muta in “Guarda che luna” e le parole parafrasate (“guarda che mare e la
morale vada a …”) indicano il vero tratto delle “fiabole”: brevissime
storielle, quasi aforismi, cattive e, soprattutto, prive di qualunque scopo altro
che caustico.
Da un baule dei giochi Gino Capogna estrae
pupazzi e copricapi con i quali interpreta, di volta in volta, un anatroccolo,
un trichechino, un paperotto, nell’apparente ed iniziale adesione alla fiaba
che attribuisce agli animali i caratteri umani. Ciò che traspira da subito è il
non senso delle esigue trame, laddove i genitori sono sempre crudeli e
incuranti della prole, dove la morte avviene sempre in circostanze grottesche e
dove ogni azione è inutile e controproducente. La mamma passera sembra
insegnare al piccolo a volare e si allontana per non tornare più, la papera,
per insegnare a nuotare al paperotto, si schianta in maniera rocambolesca e
tutti i personaggi sono travolti dall’assurdità dei loro intenti e delle
circostanze.
Le fiabole
si incatenano a canzoni sempre famose e immortali che ne sottolineano l’ironia,
riprendendone le ultime parole o la somiglianza con le situazioni. La mamma passera abbandona il passerotto e la
canzone che segue è “quando quando quando”, il pescatore viene picchiato dalla
moglie dai capelli ricci, che verrà da lui buttata in mare, e subito inizia “la
donna riccia” di Modugno.
Un continuum
di esempi di assurdità, egoismo ed incomprensione interpretati in modo giocoso
e irresistibile, cantati e recitati in un circo dove la peggiore immoralità
diventa divertente e strappa la risata. Gino Capogna ed Andra Negruzzo si
rubano, l’uno con la voce, l’altro con la musica, i tempi e la scena in una
dialettica scherzosa e riuscita, creando, anche sul piano della loro
interazione, l’assurda e pungente ironia che caratterizza le feroci storielle.
Uno
spettacolo divertente e ben interpretato da due protagonisti che sanno
interagire anche con il pubblico e rendere credibili e interessanti frammenti
di narrazione caustica.
Con “Le
fiabole” è iniziata la rassegna “Settembre”, organizzata dall’associazione
culturale Max Aub presso il circolo “La casetta” di Alessandria, che
durerà sino al 2 dicembre. Domenica 10 novembre sarà la volta de “Il sogno di
Buttercup” , una storia fiabesca,
ironica e romantica di vero amore con Laura Bombonato alle parole, Gino Capogna
e Cristiano Tibaldi all’improvvisazione musicale.