Dialët Lissandrén – dizionario Alessandrino - Italiano
" aptìt --- arléja "
aptìt (s.m.) appetito, desiderio di cibo.
aqua (s. f.). acqua. # aqua còuda = acqua calda; aqua gazaia = acqua gassata.
aquaròn (s. m.). acquazzone, pioggio veemente di poca durata.
ar (art.). il; le. Nel dialetto alessandrino tien luogo di un doppio articolo determinativo, cioè di il singolare, e si prepone ai nomi maschili comincianti per b, c (duro), f, g (duro), m, p q v, e si dice perciò: ar medich = il medico, ar gat = il gatto. Esso tiene pure il luogo di le plurale e si prepone ai nomi femminili comincianti per qualsiasi consonante, e si dice perciò: ar dòni = le donne, ar caròtuli = le carote. Se però questi cominciano per vocale, fra l'articolo e il nome si frappone un j' e perciò si dice: ar j'anmi = le anime, ar j'erbi = le erbe. Ar si premette pure alla terza persona maschile singolare dei verbi comincianti per le sopraindicate otto consonanti; perciò si dice: lù ar parla = egli parla; lù ar creja = egli grida.
àra (s. f.). ala, parte del corpo degli uccelli, cui serve per volare. * Fig. àra dar capè: tesa.
arabìch [testa d']. (espr. idiom.). capocchio, testardo, bizzarro, balordo.
arbanèla (s. f.) cfr. àmora.
àrbi (s. m.). tinozza, bigoncia.
arbiòn (s. m. di solito plur.). piselli, legumi verdicci, globosi, a pianta scadente e a viticci.
arborénti - arburénti (s. m. pl. [contr. di erbe olenti ]). prezzemolo, pianta, le cui foglie aromatiche servono per dar odore e sapore alle vivande.
arburèla (s.f.) arborella, piccolo pesce d'acqua dolce.
arcacè ra bala 'r vul (espr. idiom.). Dare un calcio al volo alla palla
arcarcòüra (anche quatacòr) (s. m.). pesarolo, incubo. Denominazioni equivalenti quando sono adoperate per esprimere certa affannosa oppressione che talora nel sonno si sente al petto da chi dorme supino come se fosse gravato da un gran peso.
arcausè (v. tr.). rincalzare, mettere attorno a erbe, a pianticelle, della terra od altro per fortificarne la vegetazione.
arciciòcch cfr. articiòcch
arciüss (s.m.) puzzo, cattivo odore di biancheria sporca.
arcòva (s. f.). alcova, voce proveniente dall'arabo, usitatissima in tutta l'Italia, per dire quella separazione fatta in un lato di una stanza, con tramezzo di muro, o di tavole, con ampio arco, da potersi velare con tenda per tenervi il letto appartato.
ardì(v.tr.) ardire, osare # stè ardì = stare pronto, vigile.
ardrisè (v. tr.). dar sesto, mettere in ordine, assestare. Si trova pure dè ardriss, dè partì a la cà.
ardùbia (s. f.). rimboccatura, l'atto del rimboccare, e la cosa stessa rimboccata.
ardubbiè (v. tr.). raddoppiare; aumentare del doppio.
arèsca (s. f.). lisca, spina del pesce.
arfacia (s. f.). rifacimento, giunta. # dè l'arfacia = dar la giunta.
arfiaiè (v. intr.). rifiatare, tirare il fiato.
arfilè (v. tr.). rifilare.
arfüdè (v. tr.). rifiutare, non accettare.
arfulè (v.tr.) ammaccare
argnàss (s. m.). nanerottolo, cazzatello.
argnüfè (v. tr. e intr.). storcere il naso. A volte tr. con acc. dell'ogg. int. # l'argnüfa u nàz = arriccia il naso.
argòi (s. m.). presunzione, opinione di valere di più che non si vale; fiducia smodata di potere più che non si può, arroganza.
arià (s. f.). retata.
ariàda (s. f.). risata. # u s'è facc 'nariada = si è fatto una risata.
ariànna [du lecc] (s. f.). vicolo del letto, dicesi in alcuni luoghi d'Italia quell'anditino, o spazio stretto, che è tra la sponda del letto e il non lontano muro della camera, oppure tra letto e letto, quando ve ne sono due o più, gli uni accanto agli altri, come negli ospedali.
ariond (agg.). rotondo. * Fig. u s'è facc ariond = si è rempito le tasche o la pancia.
ariondèla (s. f.). malva, erba nota.
ariòn-na (s.f.) varco, piccolo passaggio precario.
arionzè (v. tr.). ritondare, dar forma rotonda.
arléja (s. f.). idea superstiziosa.
Dialët Lissandrén – rubrica di dialetto alessandrino