RECENSIONI DI BLOGAL: "Storia d'Italia in 150 date"

20 novembre 2011 - Teatro Sociale Valenza


"La patria, bene o male. Almanacco essenziale dell'Italia unita". Questo il titolo del libro, che racchiude un anno di articoli di Fruttero e Gramellini su "La Stampa" circa la storia e il costume di un'Italia dall'indomani della sua unificazione ad oggi, dal quale è stato tratto lo spettacolo interpretato da Bruno Gambarotta e dalle Sorelle Suburbe.
Un percorso storico rapido e segnato da date e fatti precisi. I protagonisti sono i grandi del Risorgimento: Garibaldi (che si presenta nel primo parlamento a palazzo Carignano con sombrero e poncho), Cavour (raffinato, poliglotta e mai addentratosi oltre Firenze sul territorio nazionale), Bixio (definito il primo democristiano), Vittorio Emanuele e la sua Bella Rosina.
Si passa dal Risorgimento, dalle guerre d' indipendenza e dalla breccia di Porta Pia ("A Roma ci siamo e ci resteremo", traduzione dal meno aulico "Ai suma" proferito da Vittorio Emanuele), per arrivare al primo dopoguerra e al fascismo con la sua contrapposizione nell'antifascismo. La dualità italiana di fronte ad ogni situazione che genera un suo "contro" e che, nel periodo storico citato, si manifesta più che mai, viene, dicono gli autori, superata in ogni epoca da fattori "collanti" che si ritrovano nel costume, nei gusti e in alcune tendenze omogenee che, non meno dei fatti storici, hanno creato l'italianità. Tanti gli esempi, ricordati con immagini o filmati proiettati, con interpretazioni musicali o cabarettistiche. Tra questi, in letteratura, il libro "Cuore", fonte di pianti di generazioni, il teatro di Pirandello, con la prima contestatissima dei "Sei personaggi...", la musica di Verdi, colonna sonora del Risorgimento e tanti altri più mondani come Miss Italia o la trasmissione "Lascia o raddoppia".
La scena si è presentata spoglia, solo 3 sedie in metallo, un baule verde, dal quale man mano sono stati tratti oggetti simbolo utili alla rappresentazione dei momenti evocati, e una tastiera per accompagnare le canzoni. La recitazione è passata da rapide elencazioni di fatti, a momenti cantati, ad imitazioni (bella quella di Petrolini, con il suo Gastone).
Testo interessante e lodevole l'intento di mostrare un'Italia vitale e in grado di riprendersi sempre e comunque dalle difficoltà. La recitazione non è sempre stata all'altezza dell'aspettativa a causa di alcune mancanze di ritmo, di una certa asincronia tra gli interpreti e di troppe incertezze sia nella lettura che nella libera interpretazione. L'impressione è stata quella di uno spettacolo meritevole, ma con potenzialità non pienamente espresse, forse preparato in maniera un po' frettolosa.

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