Schiera: dimostrazione alla scuola Paolo Grassi martedì 7 luglio

Martedì 7 luglio 2009, ore 19.30
Scuola d'Arte Drammatica Paolo Grassi
Via Salasco 4, Milano

Teatro Regionale Alessandrino
in collaborazione con
Ente Teatrale Italiano e Cooperazione Italiana a Gerusalemme


Presenta

SCHIERA
un progetto di Gabriele Vacis

allestimento e scenofonia Roberto Tarasco

con la partecipazione degli allievi:
Ivan Azazian, Bahaa Khalil, Selene Baiano, Katia Barakat, Carlo Cusanno, Firas Farrah, Anna Gaia, Jovita Gerbaudo, Isabella Locurcio, Alessandro Marino,
Fabiola Palmas, Andrea Romano

e degli uditori:
Gabriele Capilli, Francesco D'Amore, Davide Gozzi, Daniele Iacono, Iyas Jubeh, Daniele Latella, Luciana Maniaci, Bruno Soriato, Azzurra Spirito,
Chiara Zanetti, Luca Zilovich

SCHIERA è la dimostrazione finale di un seminario per giovani attori diretto da Gabriele Vacis, regista e direttore artistico del Teatro Regionale Alessandrino.
La dimostrazione conclude il campus che si è tenuto alla Cittadella di Alessandria dall'1 giugno al 6 luglio 2009. Al campus hanno partecipato aspiranti attori residenti in Piemonte e allievi del Teatro Nazionale Palestinese di Gerusalemme. I ragazzi palestinesi hanno partecipato, dal giugno del 2008, al progetto TAM - Teatro e Arti Multimediali - con cui la Cooperazione Italiana a Gerusalemme, il Ministero degli Esteri e l'ETI (Ente Teatrale Italiano), hanno contribuito ad una esperienza artistica e di pace nei territori palestinesi.
Da semplice tecnica teatrale SCHIERA, proposta come un'esperienza formativa unica e a diretto contatto con maestri del teatro italiano, diventa incontro di culture e quindi strumento di pace.
Ad Alessandria Gabriele Vacis ha chiamato come docenti d'eccezione: RemTalhami, Eugenio Allegri, Alessandro Baricco, Valerio Binasco, Glen Blackhall, Barbara Bonriposi, Laura Curino, Emma Dante, Ferruccio Soleri, Roberto Tarasco.

SCHIERA
Gli attori si accostano l'uno all'altro formando una schiera.
Quindi camminano per un numero indicato di passi variabile a seconda delle dimensioni del luogo in cui si lavora, per esempio otto passi. All'ottavo passo nella direzione iniziale ci si volta e si continua a camminare per otto passi nella direzione opposta, quindi ancora in direzione opposta e così via. L'obiettivo è trovare un'unità di presenza tra le persone che camminano, escludendo ogni affettazione, ogni movimento non strettamente necessario a camminare naturalmente. Questo esercizio è il punto di partenza e il punto di arrivo di un allenamento che vuole formare un attore consapevole, autore della propria presenza in scena.
Tutto questo non ha niente a che fare con la tecnica, i personaggi, la psicologia, la continuità. Tutto questo è energia, è tempo, è ritmo e ascolto, gioia, fiducia, amore.
Qualcosa che non sta nelle parole né nei gesti. Né in una luce o nella presenza di suoni o musica. Sta nella possibilità che tutto ciò possa continuare ad esserci o non esserci in virtù di una matura necessità. Di una sana esigenza.
Tutto ciò che continua a vivere in scena è un valore aggiunto.
SCHIERA, sia a Gerusalemme che ad Alessandria ha utilizzato come suggestione l'Amleto di Shakespeare. Amleto è una tragedia della gioventù, del passaggio dalla giovinezza alla maturità. I giovani hanno bisogno di imparare a stare in scena, a muoversi consapevoli del loro corpo. Cercare un equilibrio tra il rigore e lo scatenamento. Di un progetto in cui ci si scambi oggettivamente delle esperienze.
In questi tempi in cui siamo continuamente sottoposti a forme di comunicazione mediatica, il teatro è una delle poche forme di comunicazione diretta.
In teatro chi parla può ascoltare chi ascolta.
Sembra un paradosso ma è semplicissimo. Che l'attore stia dicendo un testo o che canti, che si muova nello spazio o anche solo che stia fermo a guardare, non muta minimamente la condizione della sua presenza in scena, ascoltare veramente, attentamente, in intima relazione con quanto è intorno.
Il lavoro si basa totalmente sull'ascolto e sulla presenza consapevole e vigile degli attori autori dello spettacolo.
Esserci in ogni momento è molto difficile e richiede sforzo e apprendimento continui. Richiede persone piuttosto che attori o personaggi.
Il movimento del gruppo di attori in scena cerca continuamente un'unità di presenza tra le persone che camminano attraverso la massima economicità di ogni gesto: la ripetizione regolare degli otto passi, perimetra, misura lo spazio. Gli attori che camminano definiscono così un ambiente fisico: il tessuto gestuale su cui si può improvvisare.
Il tempo con cui i passi della serie si succedono costituisce il ritmo dell'esercizio.
L'ipotesi, in definitiva, è che se gli attori siano davvero presenti, che siano davvero in ascolto, che siano consapevoli di ciò che dicono e fanno. Cosi che qualunque testo, qualunque frammento d'azione, produca senso.
La si potrebbe definire drammaturgia dell'ascolto.

Fondazione Teatro Regionale Alessandrino
Uffici: Via Savona, 1 – 15100 Alessandria Tel. 0131/52266 – Fax 0131/325589 www.teatroregionalealessandrino.it

Ufficio stampa
Fondazione Teatro Regionale Alessandrino
Cristina Storaro tel. 0131 52266 int. 202 ufficiostampa(chiocciola)teatroregionalealessandrino.it
Stilema
Roberta Canevari e Alessandra Valsecchi tel. 011 530066 teatroregionale.al(chiocciola)stilema-to.it

POST RECENTI