Sabato 24 e domenica 25 FINE SETTIMANA AL CINEMA MACALLE'.

Questa settimana al Cinema Macallè:

- Sab. 24 alle ore 21.15
l'Associazione Oltremusica di Alessandria
presenta
LA CANZONE INVISIBILE - Spettacolo di note (e) parole
a cura del gruppo "visconti&menestrelli"

Scopo della serata è la raccolta fondi in favore dell' "Associazione Onlus S.I.E. – Solidarietà Internazionale ed Emergenza" che opera in Bosnia, in Kosovo e in Eritrea finanziando progetti vari e sostenendo famiglie e bambini a distanza. In particolare, i proventi della serata del 24 aprile al Macallé contribuiranno alla costruzione di un asilo a Durcò, in Eritrea. La serata sarà resa possibile grazie al sostegno del C.S.V.A. – Centro Servizi per il Volontariato della Provincia di Alessandria.

Andrea Bevilacqua – Pianoforte
Andrea Fossati – Chitarra
Marianna Giannone – Violino
Andrea Manuelli – Fisarmonica
Giovanni Parente – Basso
Biagio Pizzolato – Batteria
Luca Visconti – Voce
Giusy Barone – Voce recitante

- Dom. 25 alle ore 21.30 e Lun. 26 alle ore 22.15
"A SINGLE MAN" di Tom Ford.
"A single man" di Tom Ford
Enfant prodige, creativo salvatore di Gucci e Yves Saint Laurent, Tom Ford dopo aver attraversato con trionfo il territorio della leggerezza e dell'apparire approda al cinema per raccontarci una storia liberamente tratta dall'omonimo libro di Christopher Isherwood (1904-1986).
George, è un uomo solo come si è soli quando si perde qualcuno che si ama, dopo sedici anni vissuti insieme. In un istante tutto è cambiato. Una telefonata: Jim vittima di un incidente automobilistico; e l'amore dal sapore coniugale si scontra con il perbenismo, con la mancanza di rispetto che a volte i vivi hanno per i morti. In un attimo George viene negato e privato del pianto sulla tomba del suo uomo. Ora la vita gli appare impossibile, inaccettabile, e porvi fine l'unica scelta possibile.
Tra presente e passato, Tom Ford affronta il tema della perdita, della felicità interrotta, che sottrae senso alla vita e che chiude in una solitudine che avvicina alla morte. E' un tema che si fa strada con l'avanzare degli anni (lui ne ha quasi 50) e che produce immagini e riflessioni; riflessioni che chiedono silenzio e che per un attimo fermano il tempo. La risposta è tra le asciutte pagine, le ultime, di Isherwood, scrittore inglese che racconta come monologo interiore una giornata nella vita di un professore americano di mezza età: un racconto amaro, dai toni disincantati ma dove c'è spazio anche per un po' di tregua: il piacere di un incontro inaspettato, una luce di speranza là dove tutto sembrava tracciato. E' l'america puritana del 1962 con i missili a Cuba e la guerra fredda. Uno sfondo di incertezza che può consolidare l'intolleranza per il diverso o confermare una visione scettica sulla natura umana e il suo fine, come nel caso di George, dalla sofferente capacità di sguardo che avverte forte il peso del vivere nel presente.
Un racconto a scatti fotografici, come l'autore stesso lo definisce; pagine di un romanzo breve che Ford (con la collaborazione di David Scearce) ritaglia, traspone e arricchisce con una sua personale visione. Aggiunge a George il desiderio di morte, perché quella giornata sia sentita come l'ultima, e sviluppa la relazione con l'amica di sempre, Charley (una intensa Julianne Moore), personaggio reso più complesso rispetto al romanzo: "... è un miscuglio delle mie amiche e, a dire il vero, c'è anche mia nonna.".
Il film si sviluppa attraverso lo sguardo e il silenzio: lo sguardo di George che coglie con intensità la realtà da cui ha deciso di congedarsi; lo sguardo di Colin Firth (coppa Volpi a Venezia), capace di passare da un'amara opacità a un'avvolgente profondità, con lampi di sorpresa e profonda tenerezza. La fotografia di Eduard Grau (ha solo 28 anni) traduce con grande efficacia l'alterazione della percezione che nasce dal dolore: le immagini che si fanno incolori, rallentate e dal suono ovattato per poi ritornare ad essere brillanti, quando in George si fa strada la disponibilità a guardare con maggiore intensità. Una dichiarazione di speranza: basta uno sguardo diverso per trovare una ragione per cui valga la pena di vivere.
Una profonda eleganza formale (con qualche pizzico d'eccesso) che il regista trasla nel suo personaggio fondendo l'amore per la bellezza, per il dettaglio a una profonda cultura: George è un intellettuale raffinato che non lascia nulla al caso, che dispone con meticolosità gli oggetti che rappresentano le sue volontà post mortem, compresa l'indicazione del nodo alla cravatta, per non essere sorpreso dalla volgarità. Se nel libro di Isherwood l'omosessualità del protagonista è un elemento di discriminazione e di isolamento, la versione di Tom Ford vuole trascendere la sessualità, riducendo il conflitto esterno stringendo a una dimensione più intima: George e Jim si amano in una casa di vetro, evidenti al mondo, accettati dal loro entourage, ristretto, piccolo perché privilegiato e forse solo in apparenza lontano dal perbenismo e dal benpensantismo dell'america violenta che escludeva neri e omosessuali. "La storia potrebbe essere la stessa se fosse stata la moglie di George, invece del suo compagno, a morire.".
Tom Ford è un re Mida, tutto ciò che sfiora diventa oro; la sua personale opera cinematografica convince appieno. C'è un nuovo regista di nome Ford.
Titolo originale: A Single Man
Nazione: U.S.A.
Anno: 2009
Genere: Drammatico
Durata: 99'
Regia: Tom Ford
Cast: Colin Firth, Julianne Moore, Matthew Goode, Ginnifer Goodwin, Nicholas Hoult, Paulette Lamori, Lee Pace, Keri Lynn Pratt, Ryan Simpkins, Teddy Sears, Ridge Canipe
Produzione: Artina Films, Depth of Field, Fade to Black Production

Testo tratto dalla rivista online - NonSoloCinema - anno VI n. 8 - © 2010
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