Dialët Lissandrén - dizionario di dialetto Alessandrino-Italiano [ làss -- lëtra ]



Con calma.. senza alcuna fretta .. andiamo avanti con il dizionario…intanto siamo arrivati alla fine della lettera

L

làss (s. m.). laccio, cappio che scorrendo lega.

lassarén (s. m.). acciarino, pezzo d'acciaio, con cui percuotendo la pietra focaia, si producono scintille che appiccano il fuoco all'esca posta sopra la pietra, alla quale accostando un zolfanello, si desta la fiamma.
lassè (v. tr.). lasciare.
lastrighè (v. tr.). acciottolare, selciare, pavimentare con ciottoli, coprire il piano della strada, dei cortili, delle stalle e simili pavimentandolo di ciottoli; il che si fa allogandoli e picchiandoli sur un letto di rena, colla quale anche sono riempiti gl'intervalli fra ciottolo e ciottolo.
lastrighén (s. m.). lastricatore, colui che fa mestiere di lastricare le pubbliche vie.

latén (agg.). latino. * A volte -alla moda del Renzo manzoniano- ad indicare qualcosa di oscuro e pericoloso. # a j'ho capì u latén = mi sono accorto dell'inghippo.
l'atreri.(avv.). l'altro ieri.
làuer (s. m.). lauro, pianta sempreverde.
laurè (v.intr.) lavorare.
lavandén - lavè (s. m.). acquaio; è una pietra piana, larghetta, con quattro basse sponde fermata sur un muricciuolo; serve a lavarvi i piatti.
lavandéra (s. f.). lavandaia.
lavè (v. tr.). lavare.
làver (s. m.). - làvra (s. f.; ma al plur. sempre làvri femm.). labbro, ciascuna delle due parti che unitamente circoscrivono la bocca.
lavertìs (s.m.) bruscanzoli.
lazarón (agg. spesso sost.). lazzarone, colui che ha poca voglia di impegnarsi nel lavoro, nello studio ecc.
(pron. pers. di 2a pers. femm. sing.). lei.
lechè (v. tr.). leccare * Fig. adulare.
lécc (s. m.). letto. # lécc da dù piassi = letto a due, denominazione ellittica di letto a due posti, cioè che ha larghezza sufficiente a due persone.
léja (s. f. [dal franc. allée]). viale, o stradone, strada grande, per lo più non molto lunga, ma diritta, ombreggiata da begli alberi piantati in fila, che serve di comodo e grato passeggio, o conduce a nobile edificio sacro, ovvero a villa signorile.
léisa-léiza (s. f.). lesina,. ferro sottile, appuntatissimo, con piccol manico tornito. Le lesine son o ritte, o curve, o tonde, o a spigoli.
lémber (agg.). ghiotto, avido di cibi delicati.
lembreréja (s. f.). ghiottoneria.
lemòsna- lemòzna (s. f.). elemosina.
léndi (s. m.). endice, uovo stantio, o anche artefatto, che si lascia nel nido per segno e quasi par invito che le galline là devono far l'uovo. # sciupè 'me 'n léndi = fisicamente scoppiato.
léngua (s. f.). lingua.
lésa-léza1 (s. f.). fetta esageratamente grossa, grande porzione.
lésa-leza2 (s. f.). treggia, sorta di veicolo senza ruote che viene trascinato dai buoi.
lésna-lézna (s. f.). lesina, arnese del calzolaio.
lëtra (s. f.). lettera.
 

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