Mamma e le altre - Rassegna Voglia di teatro - 18 aprile Alessandria - recensione


Mamma e le altre, perché in ogni donna c’è un aspetto materno rivolto ai figli, ma anche ai mariti e compagni, talvolta viziati, altre oppressi da tante attenzioni avvolgenti. C’è la mamma gelosa di una futura ipotetica fidanzata del figlio, che, anche solo potenzialmente, può competere con l’enorme femminile ego genitoriale. Non così diversa la protezione – oppressione di una compagna tanto dedita al proprio uomo da coccolarlo su uno scoglio la domenica al mare, senza abbandonarlo un attimo, ma anche da sbucciargli la frutta e da prodigarsi senza tregua per lui. Lui la tradirà, non la domenica, ma il giorno dopo, il lunedì. Questo racconto –riflessione letto e scritto da Laura Bombonato stigmatizza la lotta perenne tra l’universo femminile con i suoi valori e le sue manie e quello maschile, che rivela lati incomprensibili e sfuggenti.
Una serie di letture divertenti e argute interpretate dalle voci calde di Laura Bombonato e Daniela Tusa, accompagnate dai commenti musicali di Andrea Negruzzo e da alcuni momenti cantati, narrano di personaggi femminili diversi e del loro modo di intendere la realtà. Strano mondo quello delle donne, fatto di doveri e di perenne senso di obbligo verso figli e mariti, sino all’incapacità di vedere evidenze lampanti. Così, in un monologo esilarante, una mamma entusiasta del figlio non si accorge della sua omosessualità, scambiando il suo disinteresse nei confronti delle donne per amore filiale per l’unica donna della sua vita, cioè lei stessa. “La cecità delle mamme nei confronti dei figli maschi raggiunge profondità insondabili”, ma è enorme anche quella verso le figlie femmine, delle quali viene ad oltranza esaltata la bellezza, talvolta inesistente, giungendo al ridicolo.
Sono esemplari in tal senso i dialoghi tra madre e figlio, letti con un’ironia tale da strappare aperte risate al pubblico. Le madri sono ora invadenti virago, ora vittime di un egoismo da loro stesse nutrito e causa di situazioni di paradossale pretesa.
Due i brani che fanno eccezione e che, con un punto di vista del tutto alternativo, colpiscono in modo pungente, grazie all’interpretazione indimenticabile e singolare delle lettrici.
Laura Bombonato narra di una donna, malata di cuore, che, credendo di essere rimasta vedova, si sente rinascere grazie alla gioia della libertà e alla sensazione inebriante di poter vivere per se stessa, senza nessuno che viva per lei. Il pensiero, splendido seppur terribile, svanisce di fronte al marito in realtà vivo e ciò le causa un attacco cardiaco fatale. Tutta l’oppressione di un matrimonio solo apparentemente riuscito si esprime in una descrizione caustica e, a tratti, persino lirica della prospettiva di una futura, potenziale vita di primavere e stagioni di serena solitudine tanto agognata. Una parola ripetuta più volte: ”libera !”
Daniela Tusa legge un pezzo amaro, laddove questa volta un uomo parla di un matrimonio fondato non sulla passione né sull’attrazione fisica, rara nel sentimento, a detta del personaggio narrante, ma sulla comprensione, sull’affetto e sull’affinità morale, oltre che sul beneplacito delle famiglie di provenienza.  Una tristezza di fondo, nonostante la perorazione in suo favore dell’io narrante, che si tramuta in silenzio e rancore, in senso di cattività e in insofferenza aumentata dalla consapevolezza dell’amore obbligante della controparte. Il finale, vista l’incapacità di imporre una separazione dolorosa alla moglie, è l’uxoricidio, clamoroso explicit di una vicenda che sembra riflettere una realtà neanche tanto rara.
Belli i testi, clamorosi e paradossali, ma sempre basati su spunti rivelatori di situazioni in cui è facile immedesimarsi, splendida e molto divertente l’interpretazione delle due protagoniste, capaci di interessare e di rendere unico ogni brano letto. Le due voci sono simili nel timbro profondo e notturno e creano un effetto ipnotico che catalizza l’attenzione senza un attimo di cedimento.
Molto numeroso il pubblico della rassegna “Voglia di teatro” al “Fatto bene una volta”. Il coinvolgimento evidente e gli applausi interminabili nel finale sono la dimostrazione del successo sia di questa serata in particolare, sia dell’idea di portare spettacoli teatrali di qualità in un locale alternativo, intimo e accogliente. 
Nicoletta Cavanna

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