APRIMI IL TUO OPACO VELO

APRIMI IL TUO OPACO VELO

 

Gioia fugace, dolore, affanno

su questa diabolica altalena – la vita-.

Sussurri, forti suoni e brezza marina

e uragani, frustano l'attesa d'un momento

che forse mai verrà.

E la tua voce manca, manca il tuo sorriso,

manca la tua lacrima e quel sospiro

subito spento nel suo nascere – mi manca-.

Bussa violenta la mia Poesia

non può abortire,

necessita il profumo della tua pelle,

della tua eburnea pelle,

dei tuoi d'Inferno crini

che tanto m'han sofferto

e forse un solo istante m'han gioito.

Dammi la chiave, fammi entrare

nelle tue inaccessibili mura

e aprimi il tuo opaco velo:

non posso più soffrire.

 

Alessandria, 26 Agosto 2005

Gianni Regalzi    

 

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