E' con soddisfazione che propongo l'articolo di Alessandro Zaccheo sull'incontro gestito dai giovani, per un pubblico di giovani, nell'ambito delle attività della manifestazione Solidale.
Il giovane studente liceale fa qui le veci del giornalista che intende informare il pubblico su un avvenimento che ha coinvolto i giovani . Per loro è stato un importante passo verso un maggior coinvolgimento negli aspetti della vita della nostra città e che in molti auspicano sia solo il primo….. L'UNICEF , impegnato in tutto il mondo nella diffusione della "Convenzione ONU sui Diritti per l'infanzia", ha proposto e sostenuto l'iniziativa convinto che sia dall'informazione che possa venire conoscenza e formazione per i giovani di oggi …..il nostro futuro.
Si auspica pertanto l'attenzione delle istituzioni su iniziative analoghe e soprattutto della stampa locale……….
M.A. Soatto (presidente UNICEF-Novi Ligure)
*********
Sabato 20 Ottobre, il centro fieristico "Dolci terre" di Novi Ligure è stato teatro di una vera e propria fiera della solidarietà: gli stand di tante associazioni di volontariato che hanno riempito la struttura hanno fatto da contorno ad una conferenza a cui ha partecipato un gran numero di studenti novesi e a cui hanno presenziato anche figure istituzionali come il vice-sindaco della città di Novi Ligure dott.Trespoli e la vice-presidente della provincia dott.ssa Morando. Tuttavia ciò che ha dato un volto particolare all'iniziativa sta nelle persone che si sono ritrovate a dover parlare alla folla di un problema vasto e complesso come quello del volontariato e della solidarietà verso il prossimo: i giovani. Per la prima volta dei teen-agers sono stati protagonisti di un'iniziativa fatta di dialogo e scambio di idee e informazioni tra coetanei intorno ad importanti temi di attualità. Questo progetto ha preso vita grazie ad un sondaggio condotto a maggio dall'Unicef nelle scuole della nostra città, un'indagine che ha interrogato tanti ragazzi sul significato del volontariato, sulle proprie conoscenze riguardo alle associazioni benefiche ma soprattutto sulla coscienza e sulla voglia di prendere parte alla iniziative di queste ultime. Ciò che è emerso è un quadro abbastanza preoccupante in cui appare una gran parte della classe dirigente di domani indisponibile a dedicare il proprio tempo all'aiuto del prossimo. Questo perché essenzialmente manca il tempo materiale per svolgere questo genere di attività… Verità o apparenza? Nel mondo claustrofobico di oggi la bilancia interna del cuore, che quasi nessuno riesce più ad ascoltare, suggerisce che, in realtà, il famigerato "tempo" dell'individuo giovane viene più che altro speso malamente. I ragazzi sono prigionieri dell'illusione che solo determinati modelli, troppo spesso fatti di leader, siano quelli da seguire. Si percepisce come unico arricchimento vero quello esteriore, inevitabilmente connesso con il guadagno economico. La verità è che l'essere umano dimentica quello che sta alla base del concetto di uomo stesso fino a quello del "vivere civile": quella leva interiore che suscita un bisogno incessante di arricchimento morale, fattore indispensabile per la serenità più autentica e quindi della salute prima. Oggi si preferisce vivere fuori ma morire dentro, con il risultato di un pressoché imperante egoismo che si traduce nell'assenza della voglia di costruire qualcosa di utile per la collettività. Il problema principale è costituito dal fatto che noi giovani non ci accorgiamo che è solo aiutando gli altri che possiamo plasmare una società migliore dove noi stessi siamo i primi ad ottenere dei vantaggi. Ci dimentichiamo facilmente come, anche da un punto di vista formativo, il dedicarsi ad un'attività in cui "NON SI DA PER RICEVERE" sia in grado di forgiare il nostro carattere in modo tale da renderci domani una cittadinanza attiva pronta ad adoperarsi per le necessità della comunità civile. Come ha evidenziato la Prof. Soatto (colei che ha riunito il gruppo di giovani relatori) durante il corso del suo intervento, per rischiarare il buio morale dei tempi che stiamo vivendo, non servono imprese così onerose , …
Alessandro Zaccheo