Dialët Lissandrén - premessa di Piero Archenti

Pubblico un documento interessante trovato sul web anni fa, a cura di Piero Archenti.
Spero non sia troppo vecchio o superato, e mi piacerebbe se qualcuno di voi mi potesse aiutare ad arricchire contenuti riguardo il dialetto alessandrino.

Seguiranno molte altre schede… non so ancora come organizzarle…Magari una lettera al giorno?... suggerimenti?...commenti?...

Se qualcuno volesse l'intero documento di word sono 63 pagine…

Altrimenti cuccatevi i post uno ad uno come fosse un fascicolo settimanale in edicola… gratis! Arretrati sempre disponibili !

Buona lettura, e …

su'uv piasa nènta… clickè da inatra part ! ;-)

Ale.


Dialët Lissandrén
Premessa di Piero Archenti

Cent'anni dopo il canonico Giuseppe Prelli...

Questo saggio non avrebbe mai visto la luce se al mio lavoro non si fosse aggiunto il determinante contributo del validissimo e rimpianto prof.
Luciano Bevilacqua,
improvvisamente scomparso nel 1998, al quale è doverosamente dedicato questo "saggio di un vocabolario alessandrino".
L'intenzione, spero gradita, vorrebbe essere quella di aggiornare quello compilato a cura del canonico mons. Giuseppe Prelli, nato in Alessandria il 4 giugno 1822 il quale, nel 1879, fu anche il primo direttore del giornale cattolico diocesano "Verità e Fede" (oggi "Voce Alessandrina").

Era intenzione del Prelli compilare un dizionario vero e proprio ma, come lui stesso lasciò scritto, l'età avanzata lo convinse ad abbandonare l'idea ed a dedicarsi, più realisticamente, alla compilazione di un saggio del nostro dialetto che fu stampato appunto nel 1902. Dunque esattamente 100 anni ci separano da quella sua prima pubblicazione.
L'intento del prof. Bevilacqua e mio non fu mai quello di compilare un dizionario vero e proprio per una tutta una serie di motivi che si scontravano sempre con quello più determinante che, manco a dirlo, era invariabilmente di carattere economico.
Fu così, che decidemmo di limitarci ad aggiornare, nel modo più diligente possibile, il saggio del Prelli. Infatti, molti dei termini tradotti sul primo saggio non potevano più essere utilizzati, per il semplice motivo che quegli oggetti, o attrezzi, di uso comune nel 1902 sono completamente spariti dalla nostra vita quotidiana, sostituiti da altri che, soprattutto negli ultimi cinquant'anni, hanno completamente cambiato la nostra vita.
Pertanto abbiamo ritenuto di mantenere intatti i vocaboli riportati dal Prelli, eventualmente aggiornandoli, qualora si fosse reso necessario, aggiungendo quelli che, nei cento anni intercorsi dalla prima pubblicazione, hanno in parte, se non modificato, certamente aggiornato il nostro dialetto.
Un altro chiarimento che decidemmo di dare fu quello di ignorare la specificazione che il Prelli poneva nella sua prefazione, ossia la differenza di pronuncia fra il rione Orti, il centro città, ed il rione Cristo per il semplice motivo che la trasmigrazione verificatesi all'interno della città nell'arco di cento anni, ha trasformato sensibilmente le caratteristiche che permettevano di distinguere se Tizio proveniva da questa o quella parte di Alessandria, pertanto, il lettore troverà abbastanza frequentemente, due o più vocaboli simili, ebbene, sono il frutto dell'indecisione che spesso ci assaliva quando ci si poneva il quesito se fosse stato più giusto il vocabolo X o quello J. Nell'indecisione li abbiamo messi entrambi, perchè effettivamente sono entrambi originari di Alessandria, sebbene provengano, originariamente, da quartieri o rioni diversi.
Un'aggiunta, che intendo proporre quanto prima e che ritengo importante, è quella dell'elenco dei vocaboli per così dire "transitati" dall'italiano al dialetto perchè rende più facilmente reperibili quei lemmi dei quali non si conosce nulla. Non intendo far concorrenza allo Zingarelli, più semplicemente, sarà la semplice indicazione del lemma corrispondente al termine dialettale che si intende ricercare.
Ad esempio volendo cercare il corrispondente dialettale del sostantivo "gonna" si troverà "fóuda" cercando il quale sul saggio sarà possibile sapere che:
fóuda (s. f.). gonna, sottana, quella parte del vestito femminile che è cucita alla vita o tutta d'un pezzo con essa e che, dalla cintura in giù, strigne, senza stringere, tutta la persona. Sottana dicesi pure la veste lunga o talare dei preti.
Piero Archenti

POST RECENTI