Un incubo nel Monferrato più bello

Esiste un luogo. E' un posto incantato, perduto in mezzo alle colline del Monferrato alessandrino, a pochi passi da quel paesino meraviglioso che presto, se Dio vuole, diventerà Patrimonio dell'Umanità e che ha un nome così breve che sembra quasi che nessuno lo volesse identificare per paura di rovinare l'idillio, come se il solo nominarlo significasse perderlo, distruggerlo. Lu. Solo due lettere. Al viaggiatore che non parrebbe vero di potersi perdere su quelle colline morbide e silenziose basterebbe mettersi in cammino in direzione sud voltando le spalle a Lu e, dopo soli due km, si troverebbe immerso in un paesaggio tra i più belli al mondo. Salendo su una delle prime colline lo sguardo potrebbe vagare per chilometri e chilometri a 360 gradi senza vedere altri manufatti artificiali se non vecchie cascine e fienili e casottine a forma di cappella religiosa costruite per coprire i pozzi d'acqua. In una giornata tersa vedrebbe, a sud, le prime cime dell'appennino ligure e, dall'altra parte, il Cervino e le catene montuose coperte di neve. In questo gioiello incastonato in quella collana di borghi costruiti sulle colline del Monferrato che molti ci invidiano così tanto da voler comprarci casa a tutti i costi, americani, svizzeri, furestè come dicono da quelle parti, ma anche inglesi, tedeschi, così come tanti italiani stufi marci dello stress da metropoli, in queste colline meravigliose dove tanti hanno ricominciato una vita, dove il vino è tra i migliori al mondo e dove tanta gente sogna, tutti i giorni e ad occhi aperti, di vedere realizzato il desiderio di una vita sana, in quel luogo sta per accadere una cosa spaventosa. Una storia che vorrei non dover raccontare nè ai miei figli nè a nessun altro. Perchè non mi sentirei degno di potermi chiamare discendente di quelli che nel Monferrato hanno lasciato sudore e sangue purchè rimanesse come lo vediamo oggi, di quegli agricoltori che lo hanno plasmato, modellato e reso celebre. Di quei soldati che l'hanno difeso. Non sarei degno neppure di viverci se non potessi dire che ho lottato per difendere le colline che sento mie, le stesse che hanno ispirato versi di autori come Pavese, ma che mie non sono perchè sono un patrimonio di tutti.
Il viaggiatore che volesse perdersi oggi tra quelle colline le vedrebbe così, belle e commoventi, e potrebbe camminare fino a Quargnento beandosi di tanta e tale magnificenza. Lo stesso viaggiatore potrebbe tornare tra solo 365 giorni e non trovare più lo stesso paesaggio. Dopo soli altri due km dalla cima della collina davanti a Lu, sempre in direzione sud, lo sventurato troverebbe la valle incantata sventrata e stravolta da migliaia di metri cubi di cemento e ghiaia e sabbia, coperta per ben 18 ettari di territorio da 460 mostri di 104 metri quadrati e alti 5 metri e, il tutto, in una estensione di 40 ettari di prati e boschi. Ora, quanti sono 40 ettari? Più dell'intero abitato di Quargnento, rende l'idea? Quattrocentosessanta appartamenti da cento metri quadri in collina? No. Avete presente le energie rinnovabili, le energie non inquinanti? Ecco. Per non inquinare e per produrre energia da vendere arrivano i pannelli fotovoltaici. Ma come, direte voi, è energia pulita! Certo, e non si discute. Ma costruire un parco fotovoltaico nel mezzo del Monferrato, distruggendo uno dei luoghi più belli che abbiamo in zona, nelle colline che mezzo mondo ci invidia non pare essere una scelta intelligente e nemmeno poco inquinante. Per posizionare 460 pannelli solari grandi come un appartamento con quattro stanze si potrebbero utilizzare aree industriali. Aree dismesse come le cave abbandonate. Si potrebbero piazzare in pianura dove non esiste più vincolo paesaggistico. Quanti posti più adatti si potrebbero trovare a pochi km in linea d'aria da quel luogo incantato? Alla Tollara volevano fare un autodromo, enorme, ed è proprio poco più in là, però in pianura e in un'area che non ha nulla a che fare con il paesaggio più bello del mondo.
Il viaggiatore, quindi, si troverà davanti una distesa di specchi a perdita d'occhio. Girerà le spalle e se ne andrà, pensando che il Monferrato in fondo non è così bello.
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