Quella dell' acciaieria è stata una tragedia annunciata. Annunciata dai precedenti "piccoli incendi", dagli infortuni, dalla paura degli operai nell' essere costretti a lavorare in quelle condizioni, con ogni manutenzione azzerata ed ogni norma di sicurezza, per quanto ovvia, ignorata: manichette bucate, porte sbarrate, telefoni di emergenza scollegati,…
Leggi o non leggi parliamo di buon senso: anche un idiota sa che un estintore vuoto è inutile! Ma lo stabilimento doveva essere chiuso e poi trasferito. Così i dirigenti, ora così sfacciati da versare lacrime di coccodrillo sotto forma di ridicoli e formali comunicati, decidono di limitare i costi (zero manutenzione), ridurre il personale ed aumentare i ritmi…questo per intensificare la produzione e sfruttare fino all' osso lo stabilimento. Il sudore è (è il caso di dirlo) il sangue dei dipendenti. La nostra solidarietà va alle vittime, a cui non saranno mai dedicate piazze o viali, all' ultimo ferito che ancora lotta per la vita, alle loro famiglie e ai colleghi sopravvissuti, perché la loro vita sarà sempre segnata da quell' incubo: un luogo di lavoro trasformato, in un attimo, in un girone dell' inferno Dantesco.
Per quanto può sembrare cinico dirlo, l' accaduto non è che la punta di un iceberg fatto di sfruttamento e precarietà. Una strage continua che costa centinaia e centinaia di morti all' anno!(basti pensare ai 1306 del 2006)
Sindacati, partiti ed istituzioni, dopo anni passati ad abbassare le condizioni di vita con la politica del "meno peggio" ora chiedono verità e giustizia e, come sempre, risolvono ogni problema invocando leggi e pene più severe.
Rifiutiamo la loro logica, in quanto la riteniamo inutile e figlia di ottusità e ci chiediamo: "di che giustizia parlano?"
Forse quella avuta dai quattro saldatori esplosi insieme al silus su cui lavoravano e già dimenticati? O dei tanti edili, spesso immigrati, volati giù da tetti ed impalcature di cui addirittura si parla a fatica? O l' operaio schiacciato da un container di 22 tonnellate nel porto di Genova e già dimenticato?
Fatti troppo spesso percepiti come "lontani" con l' umana quanto sbagliata speranza dell' "a noi non ci tocca". La tragica morte di Raselli Franco, avvenuta proprio nella nostra città (Valenza), ci riporta alla realtà. Le circostanze della sua morte sono da chiarire ma un concetto non cambierà mai: NON SI PUO' MORIRE DI LAVORO!
Abbiamo citato solo alcuni esempi, ma la lista è infinita, ma forse la giustizia di cui si parla è la stessa ottenuta dai 60 operai morti per le polveri di amianto a Porto Marghera: il processo a carico dei "responsabili" si è concluso con una piena assoluzione!
Si sa, chi può permettersi i migliori avvocati e qualche copertura può anche riuscire ad insabbiare le proprie responsabilità. Chissà se i dirigenti "strumbtruppen" assolderanno gli stessi avvocati o ne troveranno di migliori.
E poi, anche se per assurdo venissero condannati all' ergastolo e la tortura perpetua questo non ridarebbe al vita a nessuno! E' prima che bisogna intervenire! Non ora proclamando ridicoli scioperi di due ore per salvare un po' di credibilità e trattenere altre più energiche reazioni! Questa volta però il "giochino" dei sindacati confederali si è incrinato. Fischi e contestazioni contro di loro parlano chiaro, tutti abbiamo visto i signoroni di CGIL, CISL e UIL sedersi continuamente al tavolo dei padroni fra sorrisi e strette di mano e fotografi. Ed ogni volta revocano scioperi e raggiungono accordi di merda con condizioni di lavoro, e quindi di vita, sempre peggiori.
A conferma di quanto appena detto una domanda: qualcuno, per caso, ultimamente si è visto aumentare sensibilmente salario o pensione?
Stesso discorso per TUTTI i partiti, da Destra a Sinistra. L' attuale governo ha pubblicizzato la vittoria quasi come un moderno 25 Aprile e, ovviamente, ha promesso di risolvere ogni problema. Bertinotti ha sfilato proprio (parole sue) nella "Torino operaia a cui dedico questa vittoria". E poi?
Nulla di serio ed immediato è stato fatto contro la precarietà causa di molte altre morti meno eclatanti sul lavoro. In compenso è arrivato un ennesimo aumento delle tasse, delle bollette di luce e gas, della benzina e dei generi di prima necessità (quali pane e pasta)…ed ora anche dell' acqua!
Non vergognamoci a dire che non si arriva a fine mese!
Una montagna di denaro ci viene quotidianamente sottratta per finanziare le missioni di guerra volute dai Potenti (Afghanistan, Iraq, Libano,…)! Una montagna di denaro ci viene quotidianamente sottratta per finanziare inutili grandi opere volute SOLO dai Potenti (TAV, Dal Molin, Mose,…)!
Mentre noi facciamo sempre più fatica a sbarcare il lunario e tanti altri infortuni, anche mortali, sono passati (e passeranno) sotto silenzio ed i signori della politica, a parte qualche dichiarazione di rito, restano interessati soltanto alla riforma elettorale per loro indispensabile ma che non influirà minimamente sul nostro vivere. E poi pretendono di rappresentarci!
Dichiararsi indignati solo ora, per lo shock e l' interesse mediatico scaturito dalla tragedia è sciacallaggio! Politici e sindacati gettino la maschera e dichiarino chiaramente da che parte stanno! Oppure, se veramente volessero dimostrarsi solidali, dovrebbero prima di tutto ammettere pubblicamente i loro gravi errori e le loro responsabilità.
Noi intanto ribadiamo la nostra solidarietà, e ci permettiamo di definirla sincera in quanto siamo quasi tutti manovali ed operai e perciò esposti a parecchi rischi ogni giorno. Purtroppo la solidarietà da sola non basta. Essa deve trasformarsi in qualcosa di concreto in grado di spazzare via le ipocrisie e spezzare questa spirale di miseria e di morte.
Per fare questo chiediamo a qualsiasi lavoratore di qualsiasi categoria, di esprimere attivamente la propria solidarietà rompendo il sistema di delega ai partiti, ai sindacati confederali (ormai in simbiosi con i padroni), ai padroni,…
Ci rendiamo conto che è difficile e che serve molto coraggio. Ormai si tira avanti con contratti a breve scadenza tacendo, nella speranza di un rinnovo…e non si ottiene mai un contratto che garantisca stabilità o, nell' ipotesi peggiore, si muore di lavoro e si viene dimenticati appena spenti i riflettori delle televisioni.
A noi lavoratori la scelta: continuare a tacere oppure, per una buona volta, prendere il coraggio a due mani? In fondo cosa stiamo chiedendo se non diritti fondamentali ovvi?
Vogliamo tornare a casa vivi e illesi tutti i giorni!
Volgiamo un salario garantito tutti i mesi!
E non vogliamo più essere rappresentati da tristi burocrati! Vogliamo che le nostre richieste e rivendicazioni non vengano più mediate da degli ipocriti!