Rockit n.165

Preferivo di no. Parlare nelle circostanze per sembrare fighi, lo odio.

Ma. Adesso che c'ho le ultime due sigarette nel pacchetto e mi metto

a scriverti due cose, un canale periferico vorrebbe lavarmi il cervello.

A me. A noi. Che abbiamo la nostra onda pazza. Immagini di un passato

che non e' un film. Il 1978. E il 2008. Time shift.

La cretina commedia italiana sta per aprire un nuovo capitolo.

Quello piu' scemo forse. Che non merita la storia.

Ho un calendario attaccato sulla porta con una foto e un numero.

L'antireticenza e il 30. Non e' un messaggio. Non vale niente una foto.

Il calendario poi. L'hai letto quel fumetto in cui uno per una sigaretta

e' stato ammazzato di calci?

Si (ri)apre l'epoca degli estremismi sterili. E io non ho paura di un cazzo di niente.

Pensa a quel giorno impastato di notizie nazionali piu' importanti.

Era morto un politico (g)rosso. Domani sara' il 9 di Maggio.

Non esplodera' nessun moro binario. I treni corrono. Chissadove.

Che bello e' pensare che la radio suonava la rivoluzione.

Che western a mafiopoli non fu una trasmissione del Bagaglino.

Che ci sono i notissimi ignoti e i marketing plan consigliano di non combatterli.

Che "le sue idee non moriranno mai" e' una frase aut. Dammi la mano.

Non spaventarti. La memoria si dimentica. Abbracciamoci. Piu' forte.

Che la politica si e' allineata. E certe cose non sai piu' come dirle. Ne' dove.

Conta fino a cento. E passa. La mafia non si sa piu' cosa non e'.

Siamo nel ciclo della noncuranza. Come quando ti cade un calzino dal

balcone e getti via l'altro con cui faceva coppia. Ma cosa sta succedendo?

 

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