dal nostro inviato ad Asti Musica: com'è stato il concerto di Willy DeVille

Ciao Ale e grazie ancora per avermi dato la possibilità di seguire il concerto di Willy De Ville in quel di Asti.

Va, innanzi tutto detto, che Asti Musica è un festival che conferma una capacità organizzativa non comune, proponendo pezzi di storia della musica rock a prezzi popolari, in una cornice suggestiva, gestiti da fonici ed ingegneri del suono garbati e professionali. Dunque SI...PUO'...FARE!!!

Veniamo al concerto; De Ville si presnta sul palco nell'unico modo possibile: completo di fustagno marrone modello Gold Rush, affilatissimi stivaletti e sigaretta. Il volto è una cartina topografica degli eccessi.

Band di tutto rispetto, molte slide guitars, sezione ritmica all'americana (pochi fronzoli molta sostanza), percussioni garbate; pianoforte e fisa sono suonati dall'ottimo  e, a chiudere, due coriste di colore che mettono letteralmente il turbo al sound.

Nel complesso la serata non è stata male, forse mi aspettavo

un Willy De Ville più coinvolto e voglioso. L'ho sempre creduto una bestia da palco sempre pronto a dare tutto mentre stasera sembra un po' infastidito e scontroso: forse l'elegante atmosfera sabauda della Piazza della Cattedrale non gli è congeniale.

I brani scorrono lisci per confluire in un quel magico crogiuolo di generi governato da De Ville e, ormai pochi, soci (Waits, Cooder...perchè no Capossela) ). il Rock cede il passo al Blues al Country; ma forse è l'anima spanish/latina a convincere pianamente: tocca a Willy De Ville il difficile compito di salvare un genere ormai relegato alla squallida nostalgia caraibica delle scuole di ballo o alle danze sfrenate del "Martedì Latino" di un qualsiasi locale.

Si arriva alla fine ed il pubblico, giunto al punto di ebollizione, abbandona le poltroncine e si accalca sotto il palco per tributare col giusto calore l'artista newyorkese. Ma quì, a nostro parere, De Ville sbaglia: un solo frettoloso bis e tutti a casa. Un vero peccato non aver regalato al numeroso pubblico quella mezz'ora, a pieno regime, che avrebbe reso il concerto di Willy De Ville ad Asti "grande".

Comunque un artista in salute che da l'impressione di custodire gelosamente nella fondina, le pallottole d'oro della sua produzione.  

 

                                       Chicco Di Marzio

 

Ciao e correggi am racumand!

 

(ndALE: ma che correggo ?!! va benissimo così ! grazie a te per la recensione!)

 

 

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