Mondadori di via Trotti.
E con inizio-buffet alle ore 20, sarà ospite lo scrittore torinese
Alessandro Defilippi, scrittore di assoluto talento che ha pubblicato
con Sellerio, Passigli e Mondadori.
Ma non solo scrittore. Alessandro è infatti sceneggiatore e psicanalista
(la professione della pagnotta): vive e lavora a Torino, spesso cornice
in penombra delle sue opere, e qualcuno ne avrà letto spesso le argute
recensioni su "Tuttolibri". Il suo ultimo lavoro, l'antologia Cuori bui,
usanze ignote (Antigone Edizioni) raccoglie sette racconti prodotti
negli ultimi anni, esperienze in "mezzatinta", per dirla con il
reverendo Montague R. James, tra questo e altri mondi non definiti e
neppure "chiamati per nome": discese nell'inconscio (personale e
collettivo), rabbrividenti carezze da parte dell'Ombra, sensi che
perdono le loro certezze, il mito che si perde intenzionalmente nel
vortice della storia. Chi cerca l'epidermide orrorifica e modaiola di
questi ultimi anni può astenersi oppure, molto meglio, immergersi in un
bagno rivitalizzante e salutare arricchito dalla profumatissima
quintessenza del gotico.
Perché Alessandro rappresenta, con pochissimi altri in Italia,
quell'altra faccia dell'inquietudine che non necessita per nulla di
archetipi spremuti sino all'inverosimile tra vampiri, mattatoi e serial
killer: è il vero brivido del gotico contemporaneo, più profondo e più
graffiante, che riesce a fluire nel magma dei mondi paralleli, attirando
dalla sua parte forse neppure consapevolmente frammenti di autori quali
Roth, McGrath, McEwan... E, se David Cronenberg fosse uno scrittore -
soprattutto il Cronenberg di Spider -, potrebbe chiamarsi Defilippi. E,
se un autore avaro quanto fondamentale di nome William Peter Blatty
(lui, quello che scrisse ai suoi tempi L'esorcista) avesse scelto di
continuare lungo quei binari di metafisica dimensionale - solo
intravisti nelle pagine iniziali del capostipite e in Gemini Killer -,
sarebbe di sicuro approdato nel laboratorio creativo di Alessandro.
Sul mio personale taccuino, tra queste sette perle, ho amato in modo
particolare La dama nera, Bambini e Requiem K 626: rappresentano a mio
modo di vedere quell'approccio ambiguo (un po' Giro di vite alla Henry
James, se mi concedete l'ennesima citazione...) e destabilizzante che
non risolve e non dipana i misteri, ma li prolunga, soprattutto, dopo
l'ultima parola. E che lasciano il lettore in una stramba sensazione di
"sintonia borderline" che ti fa scorgere altri mondi e altre
possibilità. E, come attesta lo scrittore, "la vecchia amica morte che
compare, anche oltre finali più sereni"... Non lasciatevelo sfuggire.
Per chi ha a cuore la buona letteratura e desidera conoscere un
personaggio unico e straordinario, l'appuntamento è per giovedì 8 maggio
alla libreria Mondadori, inizio della tenzone alle ore 20.
Danilo Arona