2^ appuntamento sul dialetto alessandrino

Inutile quindi accentare le vocali "A" - "I" - "U" quando hanno suono uguale all'italiano, in quanto unico.Esempi: pum = mela, suono identico in lingua italiana.
Ampinì = riempire, riempito, pieno, l'ultima "I" è accentata solo per indicare che la parola è tronca ma il suono rimane quello e non può avere altri suoni (sia la prima, sia la seconda).
Masnà = bambino, macinato (non "bambino macinato" ovvero stritolato, neeehh !!); anche qui sindica l'ultima "A" accentata per indicare il vocabolo tronco ma il suono non può avere variazioni né per la prima, né per la seconda
Müradur = muratore. Ecco che qui intervengono due "U" con suoni differenti: la prima acquista un suono non di competenza della nostra lingua italiana. È suono proprio della lingua francese (per citare un Paese vicino) e la andremo ad indicare con la dieresi per differenziarla, acusticamente, dall'altra. Non che la dieresi sia un salvacondotto, potrebbero essere anche altri i segni grafici ma questo, pare sia il più noto ed adatto per ricoscere la "u" pronunciata alla francese che peraltro, in quella lingua, non ha nessuna connotazione grafica per il riconoscimento acustico. È e rimane una caratteristica di quel Paese.La seconda u di "müradur", ovviamente, la lasciamo così com'è in lingua; il suono è inequivocabile.
Diverso il caso della "E" e della "O".Abbiamo, in lingua, due suoni per ciascuna vocale e tre in dialetto.
In dialetto possono essere aperte o chiuse, come in lingua ma si aggiunge un suono intermedio, sia per l'una, sia per l'altra.
Il seguito alla prossima puntata.Fine della lezione (si fa per dire, lezione...magari consigli per...gli acquisti)
Ferry.

POST RECENTI