Uno dei più originali cantautori italiani, Roberto Durkovic è riuscito a creare un linguaggio altamente poetico in cui unisce la tradizione della canzone d'autore più colta e raffinata con le sue origini slave. Coadiuvato dai Fantasisti del Metrò - un gruppo di musicisti così chiamati proprio perchè scoperti mentre si esibivano in metropolitana -, Durkovic trasforma ogni suo concerto in un gioco divertente e fantasioso che mescola i colori della musica balcanica con i ritmi del flamenco, della melodia tzigana e del jazz; una miscela di note e di culture diverse che attraverso il linguaggio universale della musica vuole comunicare anche un importante messaggio sociale.
ROBERTO DURKOVIC - biografia
Roberto Durkovic studia musica classica al Civico Istituto Vittadini di Pavia, ma è ben presto affascinato dalla musica leggera e inizia una dura gavetta nei locali di tutta la Lombardia e in particolare di quel circuito milanese che fa capo ai Navigli. Le sue radici mitteleuropee (il padre è di Praga) lo inducono a interessarsi alle sonorità dell'Est, a quel repertorio tzigano che diventerà in seguito la sua principale peculiarità. Dopo i primi incerti approcci alla discografia, arriva finalmente nel 1989 l'occasione giusta per il primo disco "Come un treno locale", pubblicato dalla SAAR, che contiene già i germi di una lirica introspettiva sostenuta da melodie di grande intensità e in particolare il brano Piccola Irene, prontamente segnalato al premio della Critica di Sanremo Nuovi Talenti. Esplode la sua propensione nei confronti del cantautorato, si avvicina al Club Tenco e partecipa a due edizioni di Riccaldone che gli permettono di farsi conoscere in modo più attento da pubblico e critica. E' proprio in questo contesto che cominciano a emergere le sonorità balcaniche, da tempo introiettate e finalmente metabolizzate, che ne caratterizzano non solo il repertorio, ma anche la presenza scenica brillante e estroversa. L'incontro casuale con quattro musicisti rumeni dalla tecnica straordinaria, adocchiati mentre si guadagnano la vita suonando nelle stazioni milanesi della metropolitana, diventa il vero motore della sua elaborazione e la definitiva convinzione di essere sulla strada giusta per la definizione di un repertorio particolare e assolutamente personale. Comincia un lungo periodo di prove, spesso interrotto da problemi relativi ai permessi di soggiorno dei nuovi compagni di lavoro che sono avolte, addirittura, costretti a fare ritorno nel loro paese. Mentre cominciano a nascere le prime canzoni con il gruppo, Durkovic si fa nuovamente vivo discograficamente con "Da Monet a Ricasso", un lavoro fascinoso già in rado di affermare tutta la sua sensibilità, ma è solo con il ritorno del virtuoso clarinettista Mitica Bosnea che il gruppo riprende a lavorare e a mettere a punto un nuovo album, "Inciampo nel mare" (Saar 2001), il disco dell'avvenuta maturità. Forte del consenso unanime Roberto Durkovic continua per la sua strada e firma con l'etichetta Storie Di Note per cui ha realizzato i suoi più recenti lavori discografici: "Indaco e sabbia" (2003), "Semplicemente vita" (2005) ed il nuovissimo "Benvenuti santi musicisti", un altro affresco fatto di sensazioni intime e delicate, che scavano nel fondo dei ricordi e dell'anima, ma anche di melodie vibranti e suggestive che, specialmente nei brani strumentali, si alimentano del soffio del vento dell'est europeo.
Per informazioni:
Tel. 0131-222088; 335-5952396; http://www.myspace.com/durkovicfantasistidelmetr