RIFLESSIONI DA FORUM N. 11 - Giovedì 23/04/2009



Sezione: Tempo Libero
Argomento: Qualcuno ha ancora del tempo libero?





Tema quanto mai complesso quello suggerito da BlogAL nell’intervento del 20/11/2008. Apparentemente leggero, esso offre invece spunti di riflessione sull’impiego del nostro tempo, che oggi sembra messo a dura prova da una serie di impegni “informatici” anni fa impensabili. E’ proprio ciò a cui, nello specifico, la discussione si riferisce: drogati da ogni genere di sito che offre visibilità e aggregazione on-line, zigzagando tra Facebook, MySpace, Blogger, Flickr e chi più ne ha più ne metta, siamo ancora in grado di riservare un istante del quotidiano a noi stessi e ai nostri affetti reali? Certo, non è il caso di arrivare ai livelli di Alessandro, ridotto a leggere nei ritagli di tempo (la tradizionale “seduta” nel bagno di casa) e addirittura a prendere appunti tra una fermata al semaforo e l’altra. Eppure, pensiamoci: è davvero necessario tenere contatti via web col vicino di casa, scordandoci magari di andare al concerto dell’amico chitarrista o al saggio di fine anno dell’amica aspirante attrice? Io stessa, vittima confessa di tale fenomeno, sono intervenuta con la mia testimonianza. All’inizio può sembrare divertente: il fascino della novità, del comunicare in un click con lo scrittore di Napoli e la ballerina di Bologna, ci spinge a perseverare in una sorta di febbre da ricerca amici. E più ne collezioni, più ti senti parte di quel grande villaggio globale che da anni fa parlare di sé come giovane proposta di un modo nuovo, rapido e accattivante per fare conoscenze. Risultato di una reale solitudine odierna?
Non è il caso di scomodare fior di psicologi di turno per ricordarci che ai tempi dei vecchi padri, il solo fatto di vivere in una piccola comunità senza altro divertimento che le annuali fiere di paese era garanzia di reale comunione tra simili: a partire dalle famiglie numerose che sedevano al desco in massa, passando per visite di cortesia a vecchi zii e pie donne dalla tazza di tè sempre pronta, per finire le sere seduti sulla paglia di stalla, a tramandar di bocca in bocca le piccole, grandi vicende di tutti. Momenti di noia interminabile, forse, ma anche di minuscole gioie improvvise, gioie per nulla dopo stagioni realmente massacranti. Una volta, alla faccia delle otto ore canoniche, la giornata era impiegata a mandare avanti mestieri che, privi di moderne strumentazioni – nessun irrigatore automatico nei campi, nessuna macchina da scrivere negli uffici – erano autentica avventura. Tirare su famiglie di minimo tre figli, cucinare senza il microonde, lavare senza bianco che più bianco non si può, passare lo straccio per terra senza il becco di un aspirapolvere sotto il letto era la prassi per ogni donna che avesse appena superato l’adolescenza.
Oggi, cosa non ha inventato l’uomo per semplificare qualunque mansione e poter così guadagnare tempo per se stesso, la propria famiglia, i propri hobby? Forse non esiste ancora chi possa aprire un cassetto al posto nostro per riporre l’ultima pratica della giornata, mentre la testa è già al bar con gli amici dell’aperitivo… E se anche fosse, servirebbe a migliorare la qualità della nostra esistenza se, appena messo piede in camera, la prima cosa che facciamo è quella di accendere il PC e ipnotizzarci davanti allo schermo per scoprire chi ci ha tirato una palla di neve virtuale? Decenni di invenzioni per liberarci almeno in parte dalla schiavitù del lavoro; ed eccoci piombati in una schiavitù ben più temibile. Perché l’ufficio chiude, il negozio anche, ma internet flat funziona 24 ore su 24. Così addio alla lettura di quel libro che da mesi attende sul comodino, addio alla visione di quel film d’autore che l’amica del cuore voleva vedere con te, addio alla birra del venerdì. Fino a questo punto?
No. So che, per fortuna, esistono sulla faccia della terra saggi individui non avvelenati dal mezzo informatico… e questi saggi non vivono nell’altro emisfero. Sono colleghi, parenti, figli che ci ricordano, ogni tanto, di pensare anche a loro. Magari con la tradizionale citofonata di una volta, con la voce gracchiante dall’altro capo del filo che ci invita a un gelato in centro, che tanto il tempo fuori è caldo, è ancora pulito, è per noi. Io, sia come sia, non rinuncio mai a un caffè in Corso Roma, magari in un tranquillo sabato pomeriggio di passi pigri con gli amici di sempre.

E per promuovere, vivacizzare, esagerare (ma non troppo) le discussioni di noi alessandrini, venite a visitare il forum di Alessandria all’indirizzo http://www.angolottuso.it/forum/
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