Un monologo scritto e diretto da: Serena Pasetti
con: Greta Pavese
assistente alla regia: Cristina Scarrone
L’attesa, sostantivo singolare femminile, vista come condizione costante della donna ed in ultima analisi come senso profondo della vita di tutti gli esseri umani, è la protagonista di questo spettacolo. Ogni donna presente in sala ritroverà una parte di sé negli antitetici modi di vivere l’attesa rappresentati dai due archetipi femminili delle regine Penelope e Clitemnestra, entrambe costrette a vivere forzatamente lunghi periodi di lontananza dai loro amati mariti guerrieri Ulisse e Agamennone.
L’attesa di Penelope è costruita sulla fede incrollabile del ritorno di Ulisse: quando l’angoscia ed i dubbi divengono intollerabili ella elabora vie di fuga che le consentano di partire per mare alla ricerca del marito, ma le sue azioni non abbandonano mai il dominio del sogno. L’attesa è divenuta la sua ragione di vita e l’unico modo che ella ha per amare Ulisse. Viceversa Clitennestra è incapace di sopportare inerte il dolore indotto dalla sua condizione: ella deve perciò agire, dapprima sostituendosi al marito nella conduzione delle loro terre ed emulandolo negli svaghi maschili della caccia, poi procurandosi un giovane amante che le ricordasse “quanto fosse insostituibile colui che amavo” ed infine assassinando il suo sposo nella ormai folle speranza di costringerlo a rendersi conto “che non ero una cosa senza importanza che si può lasciare ad aspettare”. Ma è possibile una mediazione, un compromesso tra l’annullamento di Penelope e la follia di Clitennestra? Una risposta valida e di certo auspicabile può essere la sintesi del poeta spagnolo Pedro Salinas, che ci ammonisce affinché “la corporea passeggera assenza, non sia per noi dimenticanza, né fuga, né mancanza, ma possessione totale dell’anima lontana, eterna presenza”.
26 Febbraio
ore 17
Museo etnografico "C'era una volta" - Piazza della Gambarina
Alessandria