TANTE BELLE COSE - Teatro Alessandrino - g 2 febbraio - Recensione

Una commedia semplice, quattro protagonisti e la contrapposizione tra la patologia maniacale di una donna buona e generosa e la grettezza di un mondo esterno ostile, borghese e incattivito. Maria Amelia Monti interpreta Orsina, affetta da un desiderio compulsivo di accumulare oggetti di ogni genere. Per lei le parole "buttare" e "adesso" rappresentano dei tabù e tutta la sua giovialità svanisce nell'ansia al solo pensiero di doversi dividere da ciò che ormai si accumula in modo insostenibile nella sua abitazione.
Alla base di tale comportamento, una carenza di affetto in età infantile che ha indirizzato la sua attenzione e il suo attaccamento verso tutto ciò che può essere concretamente conservabile. Al polo opposto, i condomini infuriati per l'utilizzo maldestro dell'appartamento ridotto ad un magazzino disordinato. Con la loro insofferenza, incarnano tutti i clichés borghesi e perbenisti, pronti a scatenarsi contro chi differisce e si allontana da un comportamento socialmente ed esteticamente accettabile. Sarà proprio il nuovo amministratore condominiale, assunto per sfrattare Orsina, ad intenerirsi e a comprendere la bellezza interiore di questa strana, ingenua e buona donna. Lo spettacolo è lineare e piacevole e si gioca su due scene che vengono cambiate continuamente grazie ad un telo che copre e scopre la casa di Orsina, rappresentata con scaffalature disordinate e zeppe di cianfrusaglie, lampadari, oggetti che pendono dal soffitto, scatoloni e pacchi in ogni dove. Quando sulla scenografia cala un telo, durante parziali bui rapidissimi, scendono dal soffitto tre lampadari a boccia e il palco diventa l'atrio del condominio, dove vengono ordite le trame ai danni della protagonista. Veramente affascinante l'appartamento colmo all'inverosimile, una via di mezzo tra una casa delle fiabe, una vecchia soffitta e un magazzino dei ricordi. E' un mondo di sogno dove una persona dal passato colmo di solitudine può trovare la compensazione alle incertezze della vita. Si sorride e si riflette, mentre la commedia volge al prevedibile, roseo finale. Godibile l'interpretazione, belle le musiche di Cesare Cremonini e scorrevole nel complesso lo spettacolo. 
Nicoletta




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