FERMIAMO IL TAV - TERZO VALICO
Democrazia, Ambiente, Salute
VENERDI' 30 MARZO ORE 21
ASSEMBLEA POPOLARE DEL MOVIMENTO NO TAV - TERZO VALICO
Organizza: Movimento No Tav - Terzo Valico (comitati di Arquata, Novi
Ligure, Val Lemme, Val Polcevera, Tortona, Alessandria)
SOMS ARQUATA SCRIVIA
Piazza Vittorio Veneto 1
Terzo Valico Genova-Tortona, quanto ne sai?
Suona strano, ma tanta gente, pur abitando nelle zone interessate, non sa assolutamente nulla di questa ennesima, cosiddetta Grande Opera, di questa linea ferroviaria la cui realizzazione incombe da vent'anni sui nostri territori.
EPPURE NON È PIÙ POSSIBILE VOLTARSI DA UN'ALTRA PARTE, FINGERE DI NON
SAPERE, LASCIARE CHE SIANO ALTRI A MOBILITARSI E NON FARE NULLA PER IMPEDIRE L'ENNESIMA DEVASTAZIONE DEL TERRITORIO (QUESTA VOLTA PROPRIO IN CASA NOSTRA), PER POI LIMITARSI A DEPRECARE, TRA QUALCHE ANNO, LO SCEMPIO AVVENUTO
Di che cosa parliamo? Di una nuova linea ferroviaria ad alta velocità/alta
capacità (così la presentano i promotori, sebbene le due modalità siano
considerate del tutto incompatibili dagli esperti di trasporti e non siano
applicate in alcun Paese al mondo), tra Genova e Tortona.
54 chilometri di tracciato, di cui ben 39 (79%!) in galleria.
A cosa serve? (ma soprattutto: serve?) Nel corso degli anni questa linea
ferroviaria ha cambiato pelle più volte, passando con estrema disinvoltura
dall'essere indicata come una infrastruttura finalizzata al trasporto dei
passeggeri tra Genova e Milano (salvo poi "scoprire" che i passeggeri che si
spostano tra le due città sono troppo pochi, mentre sono molti di più i
pendolari che dai centri minori vanno verso i due capoluoghi), all'essere
individuata come linea privilegiata per il trasporto merci addirittura in
direzione Rotterdam, via Milano. Ancora oggi i documenti ufficiali e i
politici parlano di linea AV/AC.
Il guaio è che anche le merci non ci sono. Quando, nei primi anni '90, si
cominciò a parlare di Terzo Valico, chi sosteneva la necessità di quest'opera
prevedeva un incremento nella movimentazione delle merci nel porto di Genova
secondo una progressione lineare che adesso, a vent'anni di distanza, i dati
dimostrano quanto fosse falsa.
Le linee attuali sono tutt'altro che prossime alla saturazione e possono
essere ulteriormente potenziate con interventi di gran lunga meno costosi e
di minor impatto ambientale e sociale rispetto al Terzo Valico.
Parlare di "terzo" valico, tra l'altro, è fuorviante e disonesto, visto che
i valichi ferroviari in realtà sono già cinque e tutti adattabili per un
maggiore flusso di merci.
È conveniente economicamente? No. Il costo complessivo del Terzo Valico è
attualmente stimato intorno ai 7 miliardi di euro. Fanno circa 130 milioni
al chilometro, 130.000 euro al metro! Dagli anni '90 ad oggi i costi sono
già aumentati di otto volte e la storia dell'alta velocità in Italia ci dice
che non si fermeranno
qui.
I finanziamenti sono tutti a carico dello Stato, quindi a pagare saranno,
ancora una volta, sempre e solo i contribuenti.
Per quanto riguarda la redditività, lo stesso Mauro Moretti, amministratore
delegato di Ferrovie dello Stato, ha ripetutamente affermato che non andrà
mai oltre il 15% (il restante 85% sarà quindi a carico della fiscalità
generale).
L'INVESTIMENTO IDEALE PER I SOLDI PUBBLICI CHE INVECE NON CI SONO PER
PENSIONI, SCUOLA E SANITÀ E PER POLITICHE ATTIVE PER IL LAVORO
È sostenibile dal punto di vista ambientale e della tutela della salute? No.
I territori toccati dalla linea sono già estremamente fragili, compromessi e
gravati da un eccesso di infrastrutture di vario genere e su questi stessi
territori si vanno a scavare chilometri di galleria, con l'estrazione e il
deposito in cava di milioni di metri cubi di roccia contaminata da amianto
(un progetto di parco eolico è stato recentemente ritirato per il tenore di
amianto che è stato riscontrato e il parco eolico viene realizzato in
superficie, non passa dentro montagne e colline). Ma non c'è da temere: è
stato previsto un fondo per indennizzare quelli che si ammaleranno nei
prossimi anni).
L'opera principale si porta dietro tutta una serie di altre opere di
servizio (strade, cantieri, captazione acque, ecc.): altro territorio
cementificato. Da non dimenticare che nel Mugello attraversato dall'alta
velocità si contano a decine i corsi d'acqua, i torrenti, i pozzi
prosciugati o inquinati e ci sono paesi che vengono riforniti regolarmente
di acqua con le autobotti. Diverse analisi, dopo aver visionato il progetto,
sostengono che la stessa cosa si verificherà anche con il Terzo Valico.
Bisogna aggiungere altro ancora? Si può stare muti e a testa bassa? Forse
adesso qualcuno comincerà a capire meglio cosa succede in Val Susa .