10° Rassegna cinematografica "Kurdistan e Medio Oriente al cinema. Mediterraneo e oltre" . Mercoledi’ 4 marzo all'Ambra prima rassegna di corti

Anche per quest'anno – il decimo – l'associazione Verso il Kurdistan onlus ha programmato la Rassegna cinematografica al cinema Ambra, con film d'eccezione, incentrati su temi di stretta attualità: in particolare, sono in cartellone due film sull'occupazione della Palestina (Il giardino dei limoni e Per uno solo dei miei occhi), uno sulla recente guerra in Libano (Sotto le bombe), un altro parla di un fatto realmente accaduto nell'Irak occupato ad opera di alcuni soldati americani (Redacted), infine, e per la prima volta, abbiamo voluto organizzare una rassegna di cosiddetti "corti", già pluripremiati, tra i quali figura il film Come un uomo sulla terra, che ci parla di migrazioni, un terreno d'impegno sempre maggiore per la nostra associazione, oltre ad "Edi Bese!Ora basta", un film autoprodotto dall'associazione in occasione delle giornate del Newroz 2009.

10° Rassegna cinematografica "Kurdistan e Medio Oriente al cinema. Mediterraneo e oltre."

Mercoledi' 4 marzo

1° Rassegna di "corti":

- Edi Bese! Ora Basta! Viaggio nel Kurdistan turco insanguinato dalla guerra

- Mesopotamya

- Ayazma, ghetto kurdo nel cuore di Istanbul

- Come un uomo sulla terra

La rassegna avrà luogo presso il cinema Ambra: spettacolo unico, con inizio alle ore 21.30, costo del biglietto 5 euro

E' possibile organizzare la visione dei film in programma per scolaresche e comunità.


Edi Bese! Ora Basta! Viaggio nel Kurdistan turco insanguinato dalla guerra

di Associazione onlus Verso il Kurdistan e Associazione Europa Levante – durata 23’

La testimonianza video della delegazione italiana presente nel Kurdistan turco, a Van, Hakkari e Yuksekova, durante i tragici giorni del Newroz (Capodanno kurdo) del 2008

Mesopotamya

di Associazione onlus Verso il Kurdistan e Associazione Europa Levante – durata 27’

Un viaggio nel Kurdistan turco, nei siti e nei luoghi dell’antica terra di Mesopotamia, culla delle prime civiltà, attraversata dai grandi fiumi biblici, il Tigri e l’Eufrate, effettuato nei mesi di luglio – agosto 2008

Ayazma, ghetto kurdo nel cuore di Istanbul

di Associazione Un ponte per… - durata 13’

Si tratta di un video diffuso in Italia sulla tragica situazione della baraccopoli kurda di Ayazma, un campo profughi alle porte di Istanbul, che sorgeva proprio nella conca sotto il grande stadio internazione “Kemal Ataturk”: fino a ieri, abitato da 1.500 famiglie, oltre diecimila profughi, pecore e capre tra le misere casupole, bambini ovunque; oggi, ridotto ad un ammasso di macerie, in quanto le ruspe della municipalità di Istanbul hanno spianato l’intero campo e così i profughi di Ayazma sono diventati nuovamente profughi, per la seconda volta, nella loro terra…

Come un uomo sulla terra

di Antonio Segre – durata 56’

Dag studiava Giurisprudenza ad Addis Abeba, in Etiopia.

A causa della forte repressione politica nel suo Paese, ha deciso di migrare.

Nell’inverno 2005, ha attraversato via terra il deserto tra Sudan e Libia; in Libia, però, si è imbattuto in una serie di disavventure legate non solo alle violenze dei contrabbandieri che gestiscono il viaggio verso il Mediterraneo, ma anche e soprattutto alle sopraffazioni e alle violenze subite dalla polizia libica, responsabile di indiscriminati arresti e disumane deportazioni.

Sopravvissuto alla trappola libica, Dag è riuscito ad arrivare via mare in Italia, a Roma, dove ha iniziato a frequentare la scuola di italiano Asinitas onlus punto di incontro di molti immigrati africani coordinato da Marco Corsetti e da altri operatori e volontari. Qui ha imparato non solo l’italiano ma anche il linguaggio del video-documentario.

Così ha deciso di raccogliere le memorie dei suoi coetanei sul terribile viaggio attraverso la Libia e di provare a rompere l’incomprensibile silenzio su quanto sta succedendo nel paese di Gheddafi.

“Come un uomo sulla terra”, è un viaggio di dolore e dignità attraverso il quale Dagmawi

Yimer riesce a dare voce alla memoria quasi impossibile di sofferenze umane, rispetto alle quali l’Italia e l’Europa hanno responsabilità che non possono essere mantenute a lungo nascoste.

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