Questa sera, giovedì 11/06/2009, BlogAL – il blog libero degli alessandrini – ospiterà l’ennesima celebrità locale in quello che ormai è divenuto un appuntamento fisso per le serate on-line del giovedì: la 0131 Lisondria Chat, su http://www.angolottuso.it/forum/ E’ con una certa emozione, lo confesso, che vi annuncio la presenza di una personalità davvero unica nel panorama artistico non solo locale ma addirittura internazionale.
Questa settimana, intervista con un mostro sacro della musica italiana ed europea, ligure di nascita ma trapiantato – non si sa per quale fortunato (per noi) caso del destino – a Casale Monferrato. Stiamo parlando di Paolo Bonfanti, chitarrista e cantante eccelso che non troverete in vetta alle hit parade a uso e consumo del grande pubblico… ma da decenni, noto e osannato artista nell’ambiente blues.
Nato a Genova nel 1960, giovanissimo inizia a suonare la chitarra avendo dalla sua, oltre a un innato talento, una solida preparazione tecnica che più tardi perfezionerà sotto Armando Corsi e Beppe Gambetta e, successivamente, al Berklee College of Music di Boston. Corollario del suo corso di studi, la laurea con tesi sul Blues – of course! – presso il D.A.M.S. di Bologna. Nel 1985 inizia una brillante carriera come “trascinatore” dei Big Fat Mama, che tanto hanno significato in termini di rock-blues in Italia e coi quali inciderà tre album. La militanza nei Downtown, insieme a grandi nomi britannici quali il batterista Mickey Waller (che per inciso si è esibito con Jeff Beck e Rod Stewart), porta Bonfanti a suonare all’estero. Contemporaneamente a importanti collaborazioni con Fabio Treves & band e il gruppo bluegrass Red Wine, con il quale partirà per un tour negli U.S.A nel 2002, Paolo raduna intorno a sé un proprio nucleo di musicisti coi cui suona dal 1990 e si avvia a una carriera solista parallela, pubblicando 7 cd dal 1992 a oggi. Una delle sue creature, “Gamblers” (2003), è scritta nientemeno che con il cantautore newyorkese Jono Manson e viene accompagnata da un tour di presentazione cui partecipa l’armonicista dei Blues Traveller, John Popper. Nel frattempo, si concede qualche ospitata a casa d’altri: negli album degli immancabili Fabio Treves, Red Wine, YoYo Mundi e La Rosa Tatuata.
Nato a Genova nel 1960, giovanissimo inizia a suonare la chitarra avendo dalla sua, oltre a un innato talento, una solida preparazione tecnica che più tardi perfezionerà sotto Armando Corsi e Beppe Gambetta e, successivamente, al Berklee College of Music di Boston. Corollario del suo corso di studi, la laurea con tesi sul Blues – of course! – presso il D.A.M.S. di Bologna. Nel 1985 inizia una brillante carriera come “trascinatore” dei Big Fat Mama, che tanto hanno significato in termini di rock-blues in Italia e coi quali inciderà tre album. La militanza nei Downtown, insieme a grandi nomi britannici quali il batterista Mickey Waller (che per inciso si è esibito con Jeff Beck e Rod Stewart), porta Bonfanti a suonare all’estero. Contemporaneamente a importanti collaborazioni con Fabio Treves & band e il gruppo bluegrass Red Wine, con il quale partirà per un tour negli U.S.A nel 2002, Paolo raduna intorno a sé un proprio nucleo di musicisti coi cui suona dal 1990 e si avvia a una carriera solista parallela, pubblicando 7 cd dal 1992 a oggi. Una delle sue creature, “Gamblers” (2003), è scritta nientemeno che con il cantautore newyorkese Jono Manson e viene accompagnata da un tour di presentazione cui partecipa l’armonicista dei Blues Traveller, John Popper. Nel frattempo, si concede qualche ospitata a casa d’altri: negli album degli immancabili Fabio Treves, Red Wine, YoYo Mundi e La Rosa Tatuata.
Ma il destino di un bluesman è quello di camminare per le strade del mondo, chitarra in spalla, e di portare questo comune denominatore musicale ovunque capiti e con qualunque compagno d’avventura abbia voglia di scaldare due note. Dal 2002, Bonfanti suona coi compari, quando possibile, insieme al leggendario Roy Rogers; e dal 2004 si esibisce insieme agli Slow Feet, band di un certo peso che conta nomi altrettanto di peso e di varia provenienza come Franz di Cioccio, Lucio Fabbri dei PFM e Vittorio De Scalzi dei New Trolls.L’ultimo album solista, “Canzoni di Schiena” (2008) ha ottenuto recensioni entusiastiche e consolida la fama di portavoce italiano roots rock e blues che Bonfanti si è saputo costruire in anni di carriera. Tanto più che, in quest’ultimo lavoro, l’artista ha coraggiosamente optato per la nostra lingua madre che riesce, canzone dopo canzone, a modulare attorno alle grandi forme USA del blues originale; e non si fa mancare nulla, comprese due eccezionali incursioni nel dialetto genovese che non fanno troppo rimpiangere i versi americani delle ballad tradizionali. Concedendosi, da par suo, le compagnie “altolocate” di Roy Rogers e Vittorio De Scalzi.
Oggi come ieri, con quell’aria scanzonata e la voce da eterno ragazzo, Paolo il mancino riscuote stima incondizionata tra gli addetti ai lavori e conquista uno zoccolo duro di fan di tutto rispetto, riuscendo a mantenere una genuina umiltà e una simpatia singolari in un ambiente in cui si rischia la caduta nel divismo di nicchia.
Noi, i ragazzi di BlogAL, non vediamo l’ora di poterlo torchiare – con estrema deferenza, maestro – in questa ennesima puntata della 0131 Lisondria Chat: giovedì 11/06/2009 dalle ore 21.30 in avanti, su http://www.angolottuso.it/forum/ Scommettiamo che i più fini intenditori di musica non si lasceranno scappare l’opportunità di poter dialogare con un grande interprete come Paolo Bonfanti! Vi aspettiamo.
Informazioni e immagini tratte dai siti:
http://www.paolobonfanti.com/
http://www.myspace.com/paolobonfanti
