MATARO DA VERGATOMYTHOLOGY OF THE SACRED
SR CONTEMPORARY DISTRICT
ANTICO SPEDAL GRANDE
CHIESA SS ANTONIO E BIAGIO
incarnare una figura d'artista storica piuttosto che contemporanea) un artista che, partendo dalla fotografia inscenata degli anni Ottanta, ma lavorando attualmente con il supporto del computer e delle tecniche digitali, pratica una sorta di pittura digitale. Egli stesso parla di pittura a proposito delle sue opere. Ovviamente nel suo studio non si trovano né pennelli né colori, ma solo gli ausili tecnici già menzionati, che gli permettono di dividere il materiale fotografico primario, di scomporlo e poi ricomporlo in una nuova unità, attraverso un lavoro di sintesi. La fotografia, la cui pretesa di realtà, e quindi di verità, è stato il tema centrale nella seconda metà del XX secolo, qui è inserita in una dialettica di finzione e realtà. Mataro, tuttavia, non si limita ad operare solo attraverso questa dialettica multimediale, che va al di là della domanda "Fotografia o pittura?". La sua opera pone altre domande, che hanno a che fare con i protagonisti e i contenuti dei suoi quadri, che spesso hanno le dimensioni di un altare e sono altrettanto riccamente incorniciati. Per le loro dimensioni e le loro cornici, Mataro vede in questi quadri i continuatori della significativa tradizione pittorica rinascimentale del suo paese. Anche i temi che sceglie sono tratti sia dalla mitologia cristiana che da quella pagana, con il suo linguaggio del corpo e la sua gestualità a noi familiari, e li reinterpreta attraverso i suoi protagonisti contemporanei.
Chi oggi studia la pittura dal Rinascimento ai giorni nostri, non potrà evitare di chiedere quali siano i modelli di queste rappresentazioni. E' più facile che quest'interrogativo affiori laddove i pittori, come ad esempio Caravaggio, hanno idealizzato meno di altri, come Tiziano. Nei diversi paesaggi culturali d'Italia ci si imbatte quotidianamente, anche oggi, in questi modelli, giacché i tipi umani si sono mantenuti inalterati attraverso i secoli. Gettiamo così uno sguardo dietro l'opera e nella storia, e ci chiediamo chi potrà mai essere stato il modello dei santi, dei martiri o delle personificazioni allegoriche che vediamo rappresentati. Mataro fa di quest'interrogativo il tema dei suoi quadri.
Nel "dipingere" non si attiene neppure alle regole della rappresentazione: umanizza e sessualizza i suoi santi, spogliandoli, inscenandoli diversamente da quanto prescritto dalla tradizione religiosa e dai canoni della cultura antica.
Mataro si definisce "pittore" nella misura in cui, da un punto di vista concettuale, si muove all'interno della tradizione della pittura su tavola, soprattutto di area italiana e di epoca rinascimentale. Ciò che gli interessa è sviluppare, partendo dalla messa in scena dell'immagine, la dialettica mediale di pittura e fotografia, ma anche la questione dell'identità di chi interpreta le immagini, un'identità che viene modificata dalla sua tecnica in modo tale da non assomigliare più all'immagine originaria, già resa "artificiale" dal linguaggio della fotografia.
Dopo una serie di ritratti e figure, Mataro ha iniziato a lavorare sull'immagine storica e attualmente sta sperimentando la possibilità di trasporre i suoi quadri in affreschi. Mataro da Vergato "pittore" ha, con il suo metodo di elaborazione digitale, aperto all'immagine inscenata una nuova, raffinata dimensione.
Prof. Peter Weiermair
Direttore della Galleria d'Arte Moderna di Bologna 2005
Mataro il pittore
OPENING
SABATO 12 DICEMBRE - FINO AL 12 FEBBRAIO 2010
ORE 16
SR contemporary district - antico spedal grande
chiesa ss. antonio e biagio - via treviso 17 - alessandria
SR office- via buonarroti 16- alessandria
mobile + 39 3341290405 tel. +39 0131240375 fax+39 0131 241163
www.sabrinaraffaghello.com
SABRINA RAFFAGHELLO ARTE CONTEMPORANEA
FOTO : mataro da vergato salomè + mataro da vergato ganymedes