Shine a light - il film documentario di Martin Scorsese sui Rolling Stones

(ndALE: ho aspettato a pubblicarlo.. prima volevo vedere il film… e ora che non lo potrete pi vedere fate di tutto per cercarlo in altre sale, in altre città, dove potete… ah.. condivido quello che c'è scritto sotto.. aggiungendo che Jagger è un grandissimo eroe, stragrandissimo showman intelligiente e sensibile, che gli stones sono gentilissimi.. e che i gruppi di ragazzini dovrebbero imparare l'umiltà da loro, nonostante il successo planetario, e la loro consapevolezza di fare rock'n'roll e di farlo in modo vitale, che si rinnova di volta in volta, e che mai stanca, ad esempio: amo di più le canzoni nuove che quelle vecchie!... e poi e poi.. keith richards è un grandissimo e sensibilissimo musicista, anceh se quando suona è davvero come dice: non pensa… "sente" … e da un lato il suo essersi fermato ai riff di Chuck berry mi annoia un po'.. ma quando fa le ritmiche gente.. non esiste nessun altro… e poi e poi.. ron wood è un bambino gioioso e gentile… e poi e poi.. charlie watts è un vecchietto mancato pittore che suona il rock'n'roll con la mano del jazz.. e arriva sempre dietro keith.. e così si ha quel suono.. quel suono che ci fa innamorare….insieme alle mosse di jagger e al loro carisma…. Fantastici.. stones.. che voglia di abbracciarvi tutti, fortissimo ! grandi grandi grandi !  nb. Secondo me Scorsese ha fatto un gran bel lavoro.. devo dire che in base ai punti di vista si sarebbero potuti fare 200 film diversi, ma la sensibilità di cogliere gli aspetti innocenti e puri, le ikmmagini di 40 anni fa e mescolarle, incastrarle con quelle di oggi… ha fatto un bel lavoro.. ed è stato supportato da una tecnica spaventosa.. si sentono i suoni e si vedono dei dettagli come essere una mosca che saltella di qua e di là sul palco… peccato che questi film non siano così apprezzati !! eravamo in otto in sala ai kristalli !!! cribbio !)

 

 

DA UN AMICO GIORNALISTA:

Ragazzi,

"…Quel film è infatti il miglior testamento che una rock band possa lasciare, anzi, è molto di più, è il loro lasciapassare definitivo verso l'immortalità. Se gli Stones hanno capito da anni che fare musica non significa aggiungere note al silenzio, ma toglierne dal rumore, Scorsese è arrivato ad analoga conclusione: il cinema non si fa spegnendo il buio con immagini, ma eliminando quelle inutili dalla luce.

Così, per 122 minuti, le venticinque camere seminate un pò ovunque nel Beacon Theatre, stanno tutta la sera in campi strettissimi (particolare che, dal punto di vista della regia, lo rende molto simile a "The Last Waltz", diretto dallo stesso "Marty" Scorsese). Sorrisi, sfumature, rughe, mani che si agitano, colpi di gomito e quant'altro. Quello che, anche in un club show, anche a un metro dal palco, si fa fatica a vedere. Sono i dettagli, a far la differenza, in questo caso. Una foto a figura intera siamo, bene o male, tutti capaci a farla, ma per beccare - quasi come se tu te lo aspettassi - Keith che fa l'occhiolino a Lisa, o altri particolari del genere, devi essere bravo. Ebbene, queste cose, nel film, si vedono tutte e fanno sì che "Shine A Light" renda finalmente palese ciò che abbiamo sempre saputo, ma che non sempre dai film dedicati agli Stones è venuto fuori: ovvero che quella non è una band impegnata in un concerto, ma che lo spettacolo vero e proprio sono le quattro persone sul palco.

In sostanza, ragazzi, siamo alle cinque stelle. Fare i modesti e dire "quattro, perché la perfezione non è facile da raggiungere" sarebbe da ipocriti. Chiudo con due cose. La prima è un consiglio: proprio per la caratteristica che vi ho appena raccontato, Shine A Light va visto al cinema. Il DVD uscirà senz'altro, ma secondo me sarà una bella gatta da pelare. A meno di avere in casa un home theatre di quelli tosti, questa pellicola su schermo piccolo perde sicuramente. La seconda è la lista dei momenti che da soli valgono il film (anche se non ce n'è bisogno, ma quattro, in particolare, me li sono segnati):

- Una versione di "Some Girls" con un Jagger talmente sopra le righe, da spazzare via con un sol colpo tutta la parentesi del Punk e i suoi infiniti eunuchi;

- Il duetto con Buddy Guy su "Champagne and Reeferer". Ad un certo punto, Scorsese si fa un baffo di tutte le leggi più o meno scritte della cinematografia e butta una telecamera in faccia al bluesmen per un tempo industriale. Saranno 5 secondi al massimo, ma sembrano un'eternità. Ebbene, dallo sguardo di quell'uomo si capisce che i bluesmen non hanno venduto l'anima al Diavolo, se lo sono proprio fatto entrare dentro;

- Alla fine della stessa canzone, Keith si toglie la chitarra, la dà a Buddy e gli dice "it's yours". Così, il bluesman se ne va con due legni e la sua faccia è da vedere: felice come un bambino.

- La band intro, con Mick che dice a Charlie "vuoi dire ciao?". Lui prende il microfono e dice un timidissimo "Hello" (ciao). Jagger: "Parla, signori!".

- Keith che spazza via definitivamente i dubbi sulla diatriba chitarristica nella band. Alla domanda: "chi è il migliore tra voi due?", Ronnie risponde "lui sa che sono io". Richards: "non avevo dubbi che avrebbe risposto così, ma il fatto è che io so la verità e cioé che siamo entrambi piuttosto scarsi, ma in due siamo meglio di dieci". Nello stesso segmento, Keith, alla domanda, "è vero che lui ha avuto il posto solo perché ti tiene botta nel fare festa?". Risposta: "è uno tosto, ma lo massacro".

- Una "She was hot" che diventa un'opera d'arte, con Lisa che, ad un certo punto, scuote i seni in maniera decisamente più provocante di quanto la bonazza del video dell'epoca riuscisse ad essere. Quella ragazza forse non è da copertina di Playboy, ma è colei con cui tutti vorremmo uscire una sera...

- Per questa sono pronto a prendermi degli ortaggi, ma andate a vedere il film e ne riparliamo: la voce blues di Christina Aguilera su "Live With Me".

- Keith che indugia a rialzarsi da terra, alla fine di "Satisfaction", in totale adorazione e ringraziamento del dono che le divinità gli hanno dato.

Nelle sale l'11 aprile, buona visione a tutti,
Chris"

 

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