di David Foster Wallace
con: Claudia Chiodi, Alberto Contardi, Franco Gabriele, Donato Manenti, Andrea Vasone, Luca Zilovich
Regia di Serena Pasetti
"Brevi interviste con uomini schifosi", tratto dall'omonimo romanzo dello scrittore statunitense David Foster Wallace, suicidatosi nel dicembre 2008, propone una galleria di uomini cinici, grotteschi e orrendi ma al contempo estremamente sofferenti e infelici.
Le descrizioni chirurgiche di Wallace dissezionano continuamente i cinque uomini in scena in modo tale da mostrarne ambivalenze ed ambiguità caratteriali, riuscendo così a suscitare nella mente degli spettatori sentimenti altalenanti fra lo sconcerto, il disprezzo e la compassione.
I cinque personaggi sono uomini costretti a fare luce nella loro vita interiore, a confrontarsi con la parte più intima dei loro pensieri dai quali a poco a poco emerge un maschilismo silenzioso, subdolo e maniacale che si contrappone al femminismo simboleggiato dall'intervistatrice, le cui domande non vengono mai riportate e che non rappresenta altro che il neutro specchio nel quale si riflettono le miserie dei protagonisti. Uomini astiosi, stressati, spesso al limite del crollo, incapaci di reali rapporti interpersonali e proprio per questo estremamente veri e vicini al nostro tempo, in cui la paura di vivere legami sentimentali autentici genera sempre più profonde difficoltà relazionali e croniche ferite.
con: Claudia Chiodi, Alberto Contardi, Franco Gabriele, Donato Manenti, Andrea Vasone, Luca Zilovich
Regia di Serena Pasetti
"Brevi interviste con uomini schifosi", tratto dall'omonimo romanzo dello scrittore statunitense David Foster Wallace, suicidatosi nel dicembre 2008, propone una galleria di uomini cinici, grotteschi e orrendi ma al contempo estremamente sofferenti e infelici.
Le descrizioni chirurgiche di Wallace dissezionano continuamente i cinque uomini in scena in modo tale da mostrarne ambivalenze ed ambiguità caratteriali, riuscendo così a suscitare nella mente degli spettatori sentimenti altalenanti fra lo sconcerto, il disprezzo e la compassione.
I cinque personaggi sono uomini costretti a fare luce nella loro vita interiore, a confrontarsi con la parte più intima dei loro pensieri dai quali a poco a poco emerge un maschilismo silenzioso, subdolo e maniacale che si contrappone al femminismo simboleggiato dall'intervistatrice, le cui domande non vengono mai riportate e che non rappresenta altro che il neutro specchio nel quale si riflettono le miserie dei protagonisti. Uomini astiosi, stressati, spesso al limite del crollo, incapaci di reali rapporti interpersonali e proprio per questo estremamente veri e vicini al nostro tempo, in cui la paura di vivere legami sentimentali autentici genera sempre più profonde difficoltà relazionali e croniche ferite.