Giovedì 2 febbraio al Cine Teatro Alessandrino, Maria Amelia Monti è la protagonista della commedia TANTE BELLE COSE

Giovedì 2 febbraio al Cine Teatro Alessandrino, Maria Amelia Monti è la protagonista della commedia TANTE BELLE COSE, insieme a Manrico Gammarota (che sostituisce Gianfelice Imparato), Valerio Santoro e Carlina Torta. La commedia è di Edoardo Erba, la regia è firmata da Alessandro D'Alatri, le musiche sono a cura di Cesare Cremonini, scene di Matteo Soltanto, costumi di Giuseppina Maurizi, luci di Adriano Pisi.
Ci sono persone che non riescono a separarsi dalle cose e accumulano tutto nelle loro case finché gli oggetti non li sommergono. Se ne contano a milioni. In America li chiamano hoarder e Orsina (Maria Amelia Monti) è una hoarder.


Giocato sul doppio piano della commedia e del dramma psicologico, Tante belle cose è un lavoro fresco, vivo, pulsante di energia e comicità. Disegna lo straordinario ritratto di una donna particolare eppure vicina, in cui ciascuno può riconoscere una parente, una conoscente, un'amica; di un uomo semplice e generoso, un signor nessuno capace di grandi cose. E di due malvagi della porta accanto, convinti nel loro perbenismo, di fare la cosa giusta.
Graffiante, poetico e stupendamente interpretato, Tante belle cose è tutto quello che il pubblico dovrebbe pretendere da una commedia nuova: di essere
divertente e commovente, di parlare di un caso minuscolo ma di avere un valore universale.

"Il testo di Erba mi ha colpito sin dalla prima lettura per lo sguardo poetico sulle fragilità umane e al tempo stesso per la delicata ironia con cui vengono messe in scena. Ho sempre più frequentemente la sensazione che ci sia una grande necessità di prestare attenzione ai testi contemporanei.
Non per una mia particolare insoddisfazione nei confronti dei classici o del repertorio in generale ma perché trovo che i testi contemporanei rendono più chiaro il percorso sul dove si è "arrivati". "Tante belle cose" è uno spettacolo che rientra in questa specificità. Innanzitutto per l'argomento trattato. Mi piace quando sulle assi del palcoscenico, media antico, vengono rappresentati i comportamenti della modernità. E' come se il passato e il presente stabilissero improvvisamente un contatto diretto. E poi Edoardo, nella migliore tradizione pirandelliana, ristabilisce con grazia quella netta differenza che c'è tra comicità e umorismo. Il risultato è un gentile equilibrio tra dramma e affettuosa ironia sui comportamenti umani in grado di generare quella sorta di compassione da cui origina un sorriso di comprensione sulle altrui debolezze. Che poi sono anche le nostre".
Alessandro D'Alatri

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