LIZ DURRETT
Italian tour winter 2008
Mer. 20.02.08 AOSTA @ Sweet Rock Café
Gio. 21.02.08 CUNEO @ Ex-Lavatoi
Ven. 22.02.08 DUEVILLE (Vi) @ Teatro Busnelli
Sab. 23.02.08 GIUSSAGO (Pv) @ Ortosonico
Dom. 24.02.08 REGGIO EMILIA @ Soqquadro
Mar. 26.02.08 MARINA DI MASSA (Ms) @ Tago Mago
Gio. 28.02.08 CAVORETTO (To) @ La Topia
Ven. 29.02.08 SAVONA @ Rain Dogs House
Liz Durrett è una voce gentile e tenebrosa, dolcissima e inquietante. Come i suoi album, "Husk" (2005) e "The Mezzanine" (2006), entrambi usciti per l'attenta Warm Recordings, due autentici gioilelli nascosti di poesia e introspezione. Nipote del grande Vic Chesnutt, dal quale ha ereditato l'amore per testi e musiche intrisi di emozione, e con il quale ha collaborato anche nei recenti, meravigliosi "Ghetto Bells" e "North Star Deserter", Liz Durrett arriva per la prima volta in Italia con una performance sospesa tra la canzone folk classica e lo slowcore più onirico. Otto concerti, presentati in esclusiva da Suonidautore, da non perdere per nessuna ragione al mondo!
Una stupenda recensione di "The Mezzanine" tratta dal web:
"Ad ascoltare quest'album sembra quasi di poter sentire l'odore del legno della soffitta in cui è stato composto, un mezzanino, appunto. La magia e l'immancabile senso di sicurezza che questo luogo può infondere insieme al mistero ed all'oscura intimità sbocciano lentamente man mano che le note si librano nell'aria, strumenti nudi flirtano con la voce sensuale di Liz all'interno di una struttura fragile e delicata, notturna e avvolgente. Una soffitta come luogo della memoria, come luogo di riflessione e riparo, dove i fantasmi si rivelano sotto forma di amore fluido, innocente ed erotico. "Mezzanine" è introspettivo e profondo, caldo e fumoso, ma soprattutto bello in maniera semplice senza essere scontato. All'età di 16 anni Liz riceve in regalo una chitarra, Vic Chesnutt, suo zio, gli aveva donato un giocattolo, lo strumento che gli ha consentito di scrivere la sua musica e di mostrare la sua anima al mondo, una sorta di nepotismo altruista, per il bene della musica. Si potrebbe accostare Liz Durrett a Suzanne Vega, ai Mazzy star a Natalie Merchant o ai Cat power, ma sarebbe un'offesa alla sincerità ed alla personalità che pervade "Mezzanine", un'elemosina alle sue atmosfere da brivido. "Knives at the wall" è una brezza fresca e chiara che illumina una mattina qualunque in un qualunque luogo del mondo, "Cup on the counter" segna la strada e l'esperienza, ormai rivela il futuro, "Mezzanine" un minuto e 56 secondi di calore familiare che ricongiunge il passato con il presente, struggente, "In the throes" è il senso del mistero, del non capito e del desiderio soddisfatto che finalmente si mostra comprensibile e luminoso, "Silent partner", il piano funereo apre la strada a "Shivering assembly", chitarra acustica e armonica, atmosfere Morriconiane macchiate dai Devics, "Creepyaskudzu" è languida e minacciosa, la tastiera di Chesnutt sfiora la voce di Liz carica di eco, tutto molto confortevole e calibrato. Un album maturo e sensibile, vicino ad ognuno di noi, meraviglioso nella sua dolce semplicità".
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