Adesso non cominciate a fare battute, equivocando sulla parola neve e su una frase del tipo "la neve costa cara", che è poi il sunto di questo post. Si parla di meteo, naturalmente. E di quanto le ripetute nevicate stianno gravando sui bilanci dei comuni, specialmente quelli minori, che - soprattutto dopo l'abolizione dell'Ici sulla prima casa - devono cercare di fare quadrare i conti. Il trisettimanale Il Piccolo dedica, merc0ledì, un'inchiesta sull'argomento. E' chiaro che quest'inverno abbastanza anomalo (anomalo per gli ultimi anni, perché fino a un paio di decenni fa era ovvio che d'inverno nevicasse, pure qui) è una mazzata sulle casse comunali. Sale da spargere, cantonieri che fanno gli straordinari, spazzaneve in continua attività. Sono soldi che se ne vanno, per una cosa che, paradossalmente, deve essere tolta. E poi c'è altro da dire. Mi rifaccio alle dichiarazioni di un sindaco: "Lavoriamo giorno e notte, spendiamo soldi, ci diamo da fare, ma la gente non è mai soddisfatta". Ha ragione. Solidarizzo con lui e con quanti come lui la pensano. La soglia di tolleranza dei cittadini si sta abbassando sempre più. Non sappiamo più aspettare, fermarci, pazientare, considerare la neve come una "questione di stagione". Abbiamo sfrenato desiderio di tutto e subito, e siamo sempre pronti ad incolpare qualcuno. Anni fa, quando "si stava peggio", al culmine di una nevicata si sarebbe fatto il pupazzo e preso lo slittino. Adesso si chiama la Protezione civile.
Alla prossima, su www.massimobrusasco .it (con qualunque condizione meteo).